Danza a Napoli. In un evento all’ex Asilo Filangieri e alla sala Assoli.   Anteprima del mese di dicembre dedicato alla  danza. #ultranapoli, due giorni  dedicati a giovani coreografi di area romagnola,  gruppo nanou, Stalker_Daniele Albanese insieme con la coreografa giapponese Masako Matsuhita che da lunedì 22 hanno tenuto un laboratorio all’Asilo  sulle connessioni tra danza e arti visive  tenendo a battesimo il dialogo tra due spazi diversi, ma con vocazioni simili,  come Sala Assoli (casa del contemporaneo) e l’Asilo (ex Asilo Filangieri) di cui si presenteranno gli esiti nel weekend.
Negli spazi dell’Asilo sabato 27 ottobre dalle ore 19, contestualmente (sempre negli spazi dell’Asilo) l’installazione video, site-specific, Strettamente confidenziale a cura di gruppo nanou racconta, come già è accaduto in analoghi spazi “non teatrali” (musei, gallerie d’arte, palazzi storici), un evento coreografico in una forma unica e irripetibile. L’idea dell’installazione, con atti performativi, nasce dal desiderio di accompagnare lo spettatore all’interno del percorso artistico di gruppo nanou, ricostruendo la dimensione affettiva e l’orizzonte culturale delle loro creazioni coreografiche. In questi ultimi anni sono stati realizzate una dozzina di performance site-specific, da cui sono emersi materiali video che vengono presentati a Napoli, per la prima volta, per restituire l’atmosfera e il disegno progettuale.
Lo spettacolo Sport (foto), per la prima volta in scena a Napoli (sala Assoli domenica 28 ottobre) è un lavoro coreografico determinante per il percorso linguistico del gruppo nanou. In scena vediamo un’atleta, colta nell’intimità dei preparativi per l’esecuzione dell’elemento ginnico, tra fragilità e forza.
L’attimo prima del volo. Il momento di sospensione, di tutte le possibilità di cambiamento, di tutte le potenziali direzioni, prima del gesto agonistico. Cogliere il pensiero dell’atleta prima della vertigine per capirne il silenzio. Sonorizzare una soggettiva, che non sia quella privata dell’atleta ma una nuova, che ha sicuramente a che vedere con quella solitudine, ma che accoglie anche la visione, individuale e collettiva allo stesso tempo, degli spettatori.
Per saperne di più

www.casadelcontemporaneo.it

 

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