Una lunga gavetta fatta di concerti in giro per la Campania, una musica infilatasi sotto la pelle e di l nel sangue, i primi passi da autodidatta, con quel sound figlio dei vicoli nei quali è cresciuto e poi il diploma di jazz al Conservatorio di San Pietro a Majella, dove teoria e pratica si fondono, frequentato grazie ai soldi messi da parte facendo vari lavori, anche umili, ognuno dei quali gli ha insegnato qualcosa, innanzitutto la capacit  di relazionarsi con diversi tipi di persone e di entrare in contatto empatico con loro.
Questo è Mario Romano con il suo progetto Quartieri Jazz. Mario Romano a Napoli ed alla sua rinascita crede. E’ per questo che ha deciso di non andarsene, di rimboccarsi le maniche e di continuare a lottare “sotto questa bandiera”.
Tra lui e il Museo del Sottosuolo un rapporto di scambi di suggestioni che ha portato gi  a tre concerti.

Questa citt  ci regala ogni giorno, pur nelle sue contraddizioni, un patrimonio culturale infinito… Quartieri Jazz è alla continua ricerca di siti museali e naturali in cui far “vibrare le proprie corde”. Partendo da questo presupposto, è avvenuto l’occasione di dialogare e l’incontro con Luca Cuttitta, presidente dell’associazione speleo archeo culturale La Macchina del Tempo (che gestisce il Museo del Sottosuolo), persona sensibile che ha da subito capito la potenzialit  di questo connubio.
L’acustica in questi antri sotterranei è “speciale” . Spesso c”è una eco naturale che aiuta sicuramente a creare quell’atmosfera di magia tra il pubblico e l’ artista. Un suono ricco, vivo, dal quale emerge il ricordo delle storie passate, frammenti della vita di chi qui ha riso, pianto, sperato, vissuto, in una parola, e ci racconta quello che è stato. Pura Magia.
ANTICHE RISONANZE DELL’ANIMA
Un incontro, quello con il Museo del Sottosuolo, che risveglia antiche risonanze dell’anima. Infatti, per me, nulla è per caso. Credo molto nelle coincidenze. Il cd si chiama “‘E strade ca portano a mare”. Dal mare al sottosuolo, quindi.
Una strada che è possibile metafora di un ritorno alla semplicit  ma anche di un viaggio introspettivo, che è utile, e forse necessario, per capirsi davvero come individui e conoscersi meglio a livello di identit  collettiva a livello di storia e cultura.
Si rif  a questo intreccio di significati anche il titolo del disco “E strade ca portano a mare”. Un andirivieni su questo percorso fatto di studio, elaborazione e poi condivisione, in cui il veicolo di un melting pot di significati è la musica, la nostra musica, che usiamo come strumento di riscatto ai mille problemi che quotidianamente Napoli ci oppone, ma che sono anche il motore che ci spinge a lottare per quella che potrei definire una “missione di cultura” e di amore per la nostra citt . Glielo dobbiamo.
STORIE DI UOMINI QUALUNQUE
Tanti gli impegni e gli appuntamenti in programma. Quest’ anno stiamo promuovendo il disco uscito a gennaio, continueremo ancora per un po’ in questa direzione e nel frattempo stiamo gi  lavorando al secondo lavoro discografico con due nuovi innesti nell’ ensemble Caterina Bianco al violino e Martina Mollo alla fisarmonica, due musiciste fantastiche che stanno gi  collaborando nei nostri concerti, fondendo le note liberate dai loro strumenti sapientemente utilizzati, con il nostro sound. Un valore aggiunto per nuove e vecchie composizioni , conservate nel cassetto. Inoltre abbiamo montato due spettacoli teatrali musicati, uno con Ettore Massa (attore comico del trio Ardone – Peluso – Massa) in "Storie qualsiasi di uomini qualunque" ed un altro con Antonella Monetti, regista attrice e cantante, con la quale saremo presto in scena con lo spettacolo “Dolores Melodia & Quartieri Jazz suonano Viviani”.

*Mario Romano, jazzista partenopeo e anima del progetto Quartieri Jazz

In foto, il trio in concerto

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