La cultura piange. E sono lacrime amare in questo periodo aggredito dal virus. Dopo il lockdown di marzo che ha visto chiudere anche le librerie, adesso sono di nuovo i teatri, le sale cinematografiche, musei e spazi d’arte a dover serrare le porte.
Un settore, tra l’altro, per la crisi generalizzata, sguarnito di qualsiasi paracadute economico, come ad esempio il 5×1000 che straordinariamente quest’anno ha visto l’assegnazione agli aventi diritto di ben 2 annualità 2018 e 2019.
E la cultura è spesso anche fuori dalle logiche del fundraising, tranne che per l’utilizzazione ancora poco diffusa dell’Art bonus. Da questo scenario cupo, nasce all’interno del consiglio direttivo Assif (Associazione italiana fundraiser),  l’idea di istituire un tavolo di esperti che analizzi punti di forza, criticità, numeri per promuovere la raccolta di fondi in questo campo.
Il tavolo è guidato da Valeria Romanelli ed è costituito da otto componenti: Massimo Coen Cagli, Marianna Martinoni, Alberto Cuttica, Elisa Bonini, Niccolò Contrino, Martina Bacigalupi, Andrea Caracciolo Di Feroleto.
Il team, in una prima riunione, ha individuato alcune direttrici per dare una impronta decisiva al proprio lavoro: promozione del fundraising per la buona riuscita dei progetti Art Bonus; cercare una strada di interlocuzione con il Mibact per mettere a fuoco il punto di vista dei fundraiser; analizzare la folta compagine degli associati Assif che si occupano di cultura per interpretarne le esigenze; aiutare le organizzazioni culturali, che sembrano essere state quasi escluse dal dibattito sulla riforma del terzo settore, a comprendere quali e quante vie hanno per entrare a farne parte.
Foto di Marisa Sias da Pixabay 

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