Segni, tratti che azzerano la pittura fin quasi alla sua scomparsa è la sintesi astratta di Bruno Di Bello. L’artista di Torre del Greco propone una sua personale a Capri. Fa da cornice la Certosa di San Giacomo.
Fino al 15 luglio la mostra a cura di Mario Franco e Maurizio Siniscalco, con il patrocinio della citt  di Paraty gemellata con la citt  di Capri.

Di Bello nel 1958 forma il “gruppo 58″ con Biasi, Del Pezzo, Fergola, Luca e Persico. del 62 la sua prima mostra personale alla Galleria 2000 di Bologna e nel 66 espone a Napoli alla Modern Art Agency di Lucio Amelio, incominciando a usare la fotografia come proprio mezzo di realizzazione artistica. Pittura e fotografia si fondono nei lavori dell’artista dando vita alle sue tele fotografiche, come quelle realizzate negli anni 80 giustapponendo figure umane e oggetti che proiettano ombre sul materiale fotografico, il tutto è arricchito da grosse pennellate. di quel periodo l'”Apollo e Dafne nel terremoto” eseguito per la collezione “Terrae motus” allestita da Lucio Amelio ed esposta a Parigi-Palais Royale, ed ora in permanenza alla reggia di Caserta.

Le bianche pareti della Canonica della Certosa caprese accolgono perfettamente le opere e i trittici dell’artista, risaltano i suoi forti colori che sottolineano un tratto mai casuale, il suo è un razionalismo astratto tavolozze cromatiche in cui compaiono chiocciole dalle tonalit  sfumate create con la tecnica digitale. Racconta Mario Franco «Bruno Di Bello mi dice spesso che il computer per lui è come il clavicembalo per Bach, con esso si può comporre e indagare la realt  nella sua parte più microscopica».
L’esposizione dopo l’isola azzurra far  tappa a Rio de Janeiro, dal 3 agosto al 3 ottobre. Ospite del MAC di Niteòi in collaborazione con l’Istituto Italiano di Cultura di Rio de Janeiro.

In alto, l’artista. In basso, due sue opere (particolare)

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