Uno dei più grandi pregi dell’edizione targata 2012 del “World press photo”, non è solo quello di ribaltare l’obiettivo delle macchine fotografiche dirigendole verso gli autori dei lavori esposti in mostra, ma soprattutto riuscire a donare ad ogni storia la vetrina giusta. Infatti, dopo il racconto di Stefano De Luigi tra passato e futuro (un misticismo ben sintetizzato nei luoghi del monastero di Santa Chiara), è il momento di un altro Ulisse, un vero e proprio navigatore solitario Giovanni Soldini.
Il celebre velista, stavolta, ha al suo seguito un equipaggio fuori dal comune – tre italiani, un cinese, uno spagnolo, un tedesco, un francese e un americano – per tentare di superare delle colonne d’Ercole molto particolari battere il record che fu di Flying Cloud (di 89 giorni e 21 ore stabilito durante la celebre corsa all’oro) e che oggi appartiene Yves Parlier (57 giorni, 3 ore stabilito nel ’98)e superare il celeberrimo “cimitero delle navi” di Capo Horn. Una traversata di 13225 miglia partendo da New York fino San Francisco attraversando il punto più pericoloso e affascinante del viaggio proprio Capo Horn in cui confluiscono l’Atlanico e il Pacifico.
Ogni impresa che si rispetti, però, ha bisogno di un narratore che ne celebri la grandezza. Ecco perch nelle sale del “Circolo Savoia” di Napoli, arrivano due narratori d’eccezione per il sesto incontro della rassegna Matteo Nucci e Tommaso Ausili. Il primo è uno scrittore e giornalista de “La Repubblica”, l’altro un fotoreporter che è di casa al “world press photo” (3 nella categoria “contemporary issues story” nel 2010 con il reportage “the ridde death”). Entrambi hanno potuto seguire il percorso della Maserati di Soldini per 5 giorni.
Un racconto fatto di immagini e parole nelle viscere del monoscafo modenese. Come racconta Matteo Nucci, il segreto di questo equipaggio è tutto racchiuso sottocoperta. “Dentro la barca non c’è nulla se non una sola lampadina che non basta a illuminare pareti nere di carbonio”. Quasi l’interno di una lavatrice, in cui si torna a uno stato primordiale, dove contano soltanto i bisogni primari. Nessun orpello. L’unico spazio davvero intimo dei membri di questo coraggioso equipaggio è la boraccia, continua nel suo racconto il giornalista.
Il resto del tempo è razionato, come il cibo, l’acqua e il sonno. Avere a che fare con Maserati vuol dire affrontare, in qualche modo, i propri limiti e le proprie paure. Non a caso, i viaggi di Soldini “sono intrapresi per far pulizia di tutto quello che ho di sporco dentro”. Nei 5 giorni passati con questa particolare ciurma a caccia di record guidata da un moderno capitano Achab, Nucci e Ausili hanno dovuto adattarsi a uno stile di vita quasi impensabile come membri dell’equipaggio del “re della pentola a pressione”, come il giornalista ha ribattezzato Soldini.
“Ogni cosa sulla Maserati è questione di misura, anche il cibo”. Tutto sull’imbarcazione di Soldini è cucinato nella pentola a pressione, quasi una sorta di fusione tra “arte e magia”. E di cura delle viscere – come ricorda continuamente Matteo Nucci – perch l’equilibrio è fondamentale. “Il mal di mare è solo psicologico” cerca di convincerlo Soldini.
Mens sana in corpore sano. Il primato nella storia del record, sembra quasi avere un’importanza secondaria. Sembra, invece, sempre più una traversata intrapresa per sfidare i propri limiti più che il record stabilito nel 1998. Usciti indenni dal viaggio nella psiche della Maserati vero segreto di una traversata quasi mistica in quello che scherzosamente definiscono come “una cosa divertente che non farò mai più” (citando David Foster Wallace), danno appuntamento a tutti a San Francisco. Per festeggiare – incrociando le dita – il record.

Per saperne di più
www.tommasoausili.com

Per seguire la traversata di Soldini
www.maserati.soldini.it

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