tempo di riflessioni. Marted 28 gennaio, come da programma, si sono accese le luci del Teatro Trianon Viviani per inaugurare ” Campania Stage “, progetto ideato da Giorgio Verdelli, direttore artistico del Trianon. Si tratta di una tre giorni (fino al 30 gennaio) di incontri, dibattiti e showcase che intende fare il punto sulla ” risorsa musica “, in un’analisi tra presente e prospettive future. Questo quanto detto in conferenza stampa … .
Umberto Franzese e io siamo stati chiamati a partecipare con un convegno-spettacolo da noi ideato ” La canzone napoletana e sue contaminazioni “. Ecco la scaletta concordata con Verdelli ore 17.00 Massimiliano Pani parler  di ” Mina e Napoli”, circa mezz’ora; — poi sar  il nostro turno che dovr  durare un’ora e mezza in tutto. Gli abbiamo consegnato la nostra scaletta e ci ha detto che dovevamo fare un buon lavoro di squadra.
Ecco in realt  come è andata. Arrivati in teatro ci siamo resi conto che i fonici non sapevano niente della nostra scaletta; la nostra performance è stata posticipata in quanto c’è stato prima un dibattito animato da Francesca Rondinella; poi alle 18.40 il pubblico intervenuto per il primo convegno ha lasciato il teatro ed è stato il nostro turno.
Il palco è stato letteralmente abbandonato e anche noi, che abbiamo dovuto provvedere agli spostamenti necessari alle nostre esigenze. Non avevamo fatto neanche una prova e siamo andati allo sbaraglio. Prima riflessione io do importanza alle parole ” squadra ” significa che i soggetti che ne fanno parte hanno obiettivi comuni e il lavoro e le competenze di ogni membro si incastrano per produrre maggiori probabilit  di successo. Noi siamo andati avanti da soli.
Altra riflessione ” l’autocelebrazione “, brutta consuetudine . Mi chiedo dipende forse dal fatto che a chi ha da dire non vengono date troppe possibilit  di far sentire la propria voce? Siamo andati avanti e abbiamo proposto diversi momenti musicali che come ha detto il musicologo Pasquale Scialò, da noi invitato come relatore, ha dato l’impressione di un caleidoscopio. Napoli è ancora un palcoscenico delle idee e della creativit , c’è tanta roba, ma ahimè, prendendo in prestito un termine usato da Peppino De Filippo nei panni di Pappagonerimaniamo ” sparpagliati ” , la cultura non riesce a fare sistema e le nostre energie creative vengono utilizzate altrove.
Eppure Antonella Di Nocera, ex assessore alla cultura del Comune di Napoli, ci ha provato con le ” Giornate per la cultura ” il 3-4-5 aprile dello scorso anno in seguito alle quali si era stabilito che il Convento della Chiesa di San Domenico Maggiore poteva diventare un luogo di incontro e di confronto per le iniziative culturali della citt , con la consapevolezza che la cultura è un bene comune. Lavoro sprecato .
Ciò che ha proposto il Trianon, ancora una volta da speranza si è trasformata in un ” dj  vu “e allora cito le parole del Maestro Girolamo De Simone, musicologo, pianista e compositore contemporaneo “Napoli che non si può amare si può solo suonare”. Eppure quella scritta aacacnto all’insegna del Teatro Trianon Viviani, ” Teatro del Popolo ” ci dovrebbe animare di uno spirito solidale per portarci a passare dalla rassegnazione al coraggio.

Nella foto, in alto, il Trianon. In basso, da sinistra, la Posteggia di Mastro Masiello Mandolino, Il soprano Francesca Bellofatto accompagnato da Angelo Mosca e il maestro Gianni Aterrano. Scatti di Peppe Esposito

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