L’ombra di Caravaggio vaga ancora oggi. La sua anima attraversa l’Italia, incombe su Napoli e sul suo patrimonio artistico. E la sua modernit  è fonte inesauribile di ispirazione per l’interpretazione critica.
Il 2010 è dedicato alle celebrazioni di Michelangelo Merisi, nel quarto centenario della sua morte, e culmina con la presentazione di un nuovo volume: “Caravaggio. Un ritratto somigliante”. Edito da Electa e scritto da Francesca Cappelletti, docente del Dipartimento di Scienze Storiche dell’Universit  di Ferrara e studiosa della pittura del Seicento, il libro è stato presentato alla Galleria Borghese di Roma in una sala affollata e alla presenza dell’autrice e di autorevoli studiosi dell’arte caravaggesca.
Il soprintendente del polo museale per la citt  di Roma, Rossella Vodret, ha ricordato le mostre che hanno caratterizzato il 2010 dedicato ai quattrocento anni dalla morte del grande artista lombardo: “Caravaggio-Bacon” alla Galleria Borghese; “Caravaggio” alle Scuderie del Quirinale; “Caravaggio e i caravaggeschi” a Firenze. Per i primi mesi del prossimo anno è previsto un convegno a Roma e poi una mostra all’Archivio di Stato, una lunga serie di appuntamenti che sono stati affiancati da una notevole mole di pubblicazioni sull’argomento.
Anna Coliva, direttrice della Galleria Borghese, ha sottolineato come il volume della Cappelletti faccia chiarezza sulle zavorre letterarie che la vicenda di Caravaggio ha sempre avuto, consentendo di liberare il campo dalle interpretazioni romantiche basate sull’immagine dell’artista maledetto. Il pregio del libro è riuscire a presentare un Caravaggio come pittore normale, in cerca di affermazione come tutti i pittori dell’epoca e con un’indole violenta e rissosa tipica dell’epoca in cui visse. Ciò che emerge dalla lettura è la normalit  della figura storica di Michelangelo Merisi, inoltre di grande interesse è la dicotomia tra la persona di Caravaggio e la sua opera. Alla morte dell’artista non ci fu nessuna commemorazione n veglia funebre, perch del Caravaggio uomo non interessava nulla a nessuno.
Keith Christiansen del Metropolitan Museum di New York ha elogiato le nuove scoperte archivistiche contenute nel volume, che non intende riproporre la solita storia biografica di un pittore. Il segreto della fama del Caravaggio, ha aggiunto Christiansen, dipende dalla possibilit  di interpretare le sue opere in chiave moderna.
Alessandro Zuccari dell’Universit  La Sapienza di Roma ha ricordato che il libro della Cappelletti riesce a fondere il tratto della ricerca universitaria alla capacit  di divulgazione chiara e appassionante, da cui emerge un ritratto molto efficace del grande artista e la possibilit  di orientarsi in una materia particolarmente complessa come quella dell’opera caravaggesca.
Claudio Strinati, ex soprintendente del polo museale per la citt  di Roma, ha paragonato il volume a una lezione in cui si segue una traccia molto chiara, con una scelta felice delle immagini. Strinati condivide la decisione dell’autrice di concludere il volume facendo parlare le fonti antiche, ciascuna delle quali offre un ritratto veritiero del Caravaggio. Particolarmente lusinghiero il giudizio dello studioso sull’autrice (“una grande virtuosa della scrittura che realizza un libro molto documentato, in cui aderisce al tessuto mentale e metodologico degli antichi”): per Strinati la Cappelletti mette il lettore nelle migliori condizioni di capire che non è fondamentale smentire i tanti luoghi comuni sull’opera del grande pittore.
Silvia Danesi Squarzina dell’Universit  La Sapienza di Roma ha attribuito al libro il merito di non abbandonarsi ad un biografismo scontato, colmando un vuoto importante negli studi caravaggeschi e introducendo intuizioni critiche con un linguaggio chiaro e incisivo. In particolare la studiosa è rimasta affascinata dalla suggestiva interpretazione dell’autrice su una delle grandi opere di Caravaggio: “Il martirio di San Matteo”. L’idea che l’uomo nudo raffigurato al centro del quadro non sia l’assassino del santo, come tradizionalmente inteso dalla critica, ma in realt  rappresenti una persona che soccorre San Matteo mentre i veri assassini, raffigurati ai margini dell’opera, si danno alla fuga. Un esempio di come l’autrice del volume si sia posta in modo disincantato di fronte all’opera di Caravaggio.

Nlla foto, la copertina del volume (particolare)

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