Per comporre una sinfonia non ci si avvale solo della musica. ciò che racconta Daniele Sepe per la sua mostra “Li(v)fe in Pix” al Kestè D’Inner, (Corso Umberto I, 51 Pozzuoli). L’esposizione a cura di Mario Laporta e Fabrizio Caliendo si inaugura oggi (mercoled 24 giugno) alle ore 18.30.
Sepe, classe 1960, è un sassofonista e compositore napoletano. Si diploma in flauto al Conservatorio “San Pietro a Majella” di Napoli. Dopo alcuni anni di esperienza prima come flautista classico, poi come sassofonista turnista, nel 1990 realizza il suo primo album autoprodotto: “Malamusica”. apprezzato fin da subito dalla critica e nel 1993 col quarto album le vendite prendono il decollo, numerose le collaborazioni con altri musicisti e registi teatrali e cinematografici. La musica è un racconto della sua vita, egli “zingareggia” tra esperienze, momenti, incontri e quant’altro e li affida, attraverso l’arrangiamento e la scrittura, alla musica. Scrivono i curatori: “Qualcuno lo definisce un jazzista, ma è, piuttosto, un genialoide terrorista sonoro, armato del suo sax e di un pugno di straordinari musicisti. Nei suoi spettacoli dimora la sua unicit , tracciata con precisione chirurgica, grazie alla quale tutto è deformato mediante quel colorito esempio che sono le bande da circo…”.
Questa volta saranno le immagini a comporre una sinfonia: quaranta immagini in pixel, formato 40×30, tutte con relativa didascalia, raccontano momenti vari, proprio come un gioco, che, come spiegano i curatori, non nasce da un “bisogno”, ma dal semplice fatto di avere con se la “nuova tecnologia”.
Come la musica lascia impresse nella mente ritornelli, melodie ed emozioni anche questa volta Sepe cerca fissare momenti, immagini da narrare e ricordare, cogliendo i dettagli, non più su uno spartito ma, su piccole e quotidiane fotografie. L’artista rende, ancora una volta, quella sensazione ed emozione, provata inizialmente da lui, come qualcosa da condividere con gli altri.
Le foto, di limitate dimensioni, non sono di elevata risoluzione. I pixel simboli della nuova tecnologia sono gli oggetti-protagonisti della mostra, depositari di tutti i ricordi, gli incontri, gli scontri, che l’artista attraverso il cellulare, strumento che ci accompagna ormai dovunque, indispensabile oggetto di comunicazione ma anche “insopportabile abitudine”, ha immortalato e reso indelebile.
Potrebbe apparire minimizzante ridurre la “Vita in pixel” ma forse è la giusta e spontanea chiave di lettura per capire e far concepire una societ  regolata dal digitale e retta da virtuale.

Per informazioni e contatti: www.keste.it ;; tel. 0813031399
Vernissage mercoled 24 giugno con aperitivo “San Ginger”, finissage domenica 5 luglio.

Scatti di Sepe: in alto, Antenati; in basso, da sinistra: Bosco: La 600 sui binari e Matrimonio

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