L’arte comunica con l’invisibile e lo svela. Maestoso, il Toro Farnese, in questi giorni dialoga con il contemporaneo, in “una corrispondenza di amorosi sensi”. Il gigante di marmo – rinvenuto nelle terme diCaracalla, con al centro la mitica Dirce (condannata al supplizio taurino dai nipoti che vendicano cos le sofferenze morali inflitte dalla zia alla loro mamma) e rimosso dalla fontana delle paperelle in villa comunale nel 1826 perfare il suo ingresso solenne nel museo archeologico di Napoli- abiter  fino al 2 luglio con l’inquietante periferia dipinta da Christian Leperino.
Nell’immensa sala che accoglie il colosso scultoreo restituito dall’antichit , il trentenne artista partenopeo ha collocato una delle due installazioni che danno vita alla mostra “Landscapes of memory/paesaggi della memoria”, curata da Silvia Evangelisti, direttore artistico dell’Arte fiera di Bologna che nel 2004 premiò il ventitreenne Christian come migliore artista under 30, dandogli la possibilit , per tre mesi, di respirare l’atmosfera europea dell’istituto berlinese d’arte contemporanea, bagaglio importante per la sua formazione, saggiamente mescolata all’identit  della propria terra, in un percorso di continuo sviluppo.
Oggi Christian, alla rappresentata umanit  fantasma di prima, sostituisce la metropoli cieca, spenta, triste, che si estende lungo un telone di camion issato su strutture metalliche ben visibili eun po’ distanti dalla parete, in modo tale da offrire l’opportunit  ai visitatori di camminare anche dietro il lato b dell’opera e di prenderne coscienza per intero.
L’affresco cupo, di fronte al gruppo scultoreo, testimonia i passi di un bambino cresciuto tra gli odori di un paesaggio industriale un po’ spettrale di cui ricorda l’eco, spiegando lui stesso com’è nato il progetto dell’ esposizione. “21 dicembre. Era l’alba. Avevo sei anni.
“Napoli Est, Gianturco. Un terribile boato. Venticinque serbatoi dell’Agip esplodono. L’onda d’urto manda in frantumi i vetri. L’incendio è spaventoso, la nube alta più di mezzo metro oscura il cielo. I palazzi diventano neri”.
Reperti di una distruzione causata da risultati umani. Tracce di ragionamento che è anche consapevolezza di un’esistenza solo trascinata. Brandelli di passato filtrati dallo sguardo. I solchi della mente si espandono nella vernice, diventando raffigurazione. E da una di quelle finestre cupe di un panorama apocalittico viene fuori la seconda installazione.
Per vederla, basta percorrere un po’ di corridoi e, al piano terra, nello spazio del servizio educativo, appare la desolazione dell’orbita opaca appena contemplata dall’esterno. Sbirciando dal vetro, si rivela la desolazione di una realt  ridotta a lacerti abbandonati, proveniente da altri lampi di ricordo. Scenografia alla polvere del tempo mobili, scaffali, cassetti dalla logora arteria periferica, ancora nella zona orientale metropolitana, dalla grande centrale termoelettrica, al porto di Vigliena, che ormai non respira più. Ai resti archiviati di una comunit  lavorativa cancellata, si accumulano quelli di Christian che, tra gli arredi dismessi, ha infilato anche i suoi di artista schizzi, fotografie, fotocopie, emersi dal labirinto di una giovane vita. Cose che continuano a esistere sempre, lasciando agli altri la bellezza del sentire e dell’emozionarsi.

Landscapes of Memory / Paesaggi della Memoria

Museo Archeologico Nazionale di Napoli
Sala del Toro Farnese e Spazio Mostre Servizio Educativo
21 giugno – 21 luglio 2012

Coordinamento organizzativo dell’evento a cura di Ugo Della Corte

Evento realizzato in collaborazione con
Paparo Edizioni
Fonderia d’Arte 2000
MN Metropolitana di Napoli SpA
Tirreno Power
IPSCT Isabella d’Este
Pigrecoemme Scuola di Cinema, Televisione, Fotografia
Costantinopoli 104
Cantine Astroni
Al Paladino – Pasticceri dal 1969
Eduardo Tene Allestimenti
Mazzocca – Laboratorio d’innovazioni
Metronapoli S.p.A.

Sulla mostra e sulle sue fasi di progettazione, un video a cura di Pigrecoemme Scuola di Cinema che verr  presentato in ottobre

L’autore

Christian Leperino nasce a Napoli nel 1979. e si diploma all’Accademia di Belle Arti di Napoli con una tesi sperimentale in Storia dell’Arte dal titolo “SPEED – Esperienze visive e sonore della generazione di fine millennio”(Napoli, 2000).
Fin dall’inizio spazia dalle tecniche tradizionali alle sperimentazioni con i new media, come dimostra in occasione delle prime partecipazioni a eventi artistici internazionali (“Biennale dei giovani artisti d’Europa e del Mediterraneo”, Sarajevo, Bosnia, 2001) e della sua prima personale (“Rawe off”, Napoli, 2001).
Il tema del paesaggio urbano, al quale s’intreccia la riflessione sul tempo e sulla memoria dei luoghi, ricorre nella sua produzione degli ultimi anni, come testimoniano le opere presentate i            6                 è« «    oè  á«sptBLlibrineBlinkBBd dBd d«BpGBn occasione di recenti esposizioni Cityscape/12, alla 54a Esposizione Internazionale d’Arte Biennale di Venezia, Padiglione Italia, Tese di San Cristoforo, 2011; Human Escape, al MAC-Museu de Arte Contempornea de Niteri, Rio de Janeiro, 2010; Cityscape, alla mostra Sistema Binario, presso la Stazione Ferroviaria di Mergellina, a Napoli, 2008 (l’opera, esposta all’interno di una grande lunetta dell’atrio, è diventata un’istallazione permanente).

In foto, Leperino e il suo affresco nella sala Farnese all’Archeologico di Napoli.

Guarda il video

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