“La vita è un collage…50 anni di arte e non solo”. Il cartello campeggia all’ingresso del Castel dell’Ovo, dove Dario Cusani mostra, fino al 12 aprile, più di 180 opere tra quadri, oggetti, gadget e installazioni. Sono una parte delle 3.500 opere che ha prodotto in questi ultimi 50 anni. Un lavoratore instancabile, sempre attento a quello che accade e alle varie tendenze del tempo.

A chi osserva capziosamente che lui a volte si è lasciato trascinare dalle mode, calmo, risponde
«Non è possibile sottrarsi del tutto al tempo in cui si vive». Bisogna pur dire, però, che lui dalle mode non si lascia intrappolare e tratta i vari temi quasi sempre con una certa indipendenza, leggerezza e un pizzico di ironia. Ad esempio, illustra la tendenza del Cattolicesimo attuale a modernizzarsi in un quadro intitolato “Il Cristo del 2000 salvato dal Budda”, in cui appare il Crocifisso portato in processione da una sorta di monaci tibetani, quasi a dire che, per sanare la sua crisi, il Cattolicesimo dovrebbe, invece, valorizzare la fede e i valori spirituali.
La politica, poi, è trattata con icastica sintesi, non priva di irridente sarcasmo. Come nel quadro, “La sinistra borbonica”, dove c’è D’Alema, con aspetto marziale, il petto coperto da onorificenze, in piedi, accanto a un Napolitano seduto su una sorta di tronetto arieggiante alle sue origini savoiarde e a una guardia quirinalizia che innalza la falce e il martello.
Molte opere trattano il tema del femminismo e dell’ecologia. Tra queste, non poche si riferiscono alla tragedia napoletana dell’Italsider, un’industria dismessa che ha dato lavoro ma ha anche procurato inquinamento e morte e che ora i responsabili, rappresentati come coccodrilli, ipocritamente deprecano. In questa serie, ma non solo in questa serie, vi sono alcuni quadri veramente belli.

In mostra c’è anche un’opera inedita intitolata “Resurrexion” e realizzata proprio per l’occasione.
E’ il calco di un giovane nudo, disteso su un tavolo, la pelle coperta da una realistica peluria. Due fori di proiettile, l’uno sulla fronte, l’altro sul cuore, affermano inoppugnabilmente che è morto, ma, come se vivesse ancora, solleva e abbassa il petto nella respirazione.
Nonostante il giovane ritratto sia molto ben fatto, si ricava dalla vista una impressione sgradevole. I critici oggi affermano che ogni prodotto artistico è opera del fruitore oltre che dell’autore. D’accordo, fino a un certo punto però, esso è soprattutto opera dell’autore. Ma sta all’osservatore scoprire il significato di questo giovane che respira da morto. Forse lo chiariscono due immagini, accostate l’una all’altra su una parete.
L’una è la fotografia, ritoccata, del Cristo Morto del Mantegna, il famoso sott’insù conservato a Brera, l’altra è l’immagine di Gheddafi, fotografato, in una posizione simile, dopo che è stato ucciso (erroneamente nella didascalia viene indicato come Saddam Hussein). Quasi a farci osservare che anche Gesù e Gheddafi, da morti, devono avere avuto lo stesso sgradevole aspetto di questa scultura di giovane morto e vivo insieme. Anche Cristo, sebbene morto, ancora vive nel cuore di milioni di fedeli e anche Gheddafi vive ancora nel ricordo e nell’animo dei suoi bellicosi seguaci.

Cusani tratta una grande variet  di argomenti usando vari stili
e, partendo da uno stile più tradizionale, attraversa fotomontaggio, dadaismo, futurismo e cromatismo per approdare alla fotopittura, in cui usa la macchina fotografica come un pennello.

Chi ha una concezione seppur blandamente elitaria dell’arte considera che, se l’artista è un uomo vivo e interessante, è interessante anche la sua arte.
Invece nello pseudo artista c’è mediocrit  e insincerit  di fondo. Il bello è il vero. E il buono, anche. Kalòs kai agatòs. Cusani appare come un uomo sincero e ha uno spirito ricco, vitale come le sue opere. Tante, e tutte, o quasi, ideate attentamente nella composizione e rifinite con cura.
Tra i lavori in mostra a Castel dell’Ovo, nella sale delle Velette, fino al 12 aprile, la serie Castellovo che sar  messa all’asta il 28 marzo al Palazzo Caracciolo di via San Giovanni a Carbonara (dalle 19) per una raccolta di fondi per beneficenza. Serviranno a finanziare il progetto “La musica va a scuola”, per i bambini napoletani delle scuole primarie. Conviene guardare queste opere prima tutte insieme, per poi accaparrarsi all’asta quella che più piace. Sar  un pezzo di vita, una carica di energia, da portare con s dentro la propria casa.

Nelle foto, due delle opere che saranno messeall’asta per la serata di beneficenza del 28 marzo. Una è un omaggio al Papa

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