Le disobbedienti/ Storie e geografie di donne che hanno cambiato il volto dell’Italia narrate da Alida Ardemagni. Sibille o anche paladine della giustizia

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Raccontare una categoria di protagoniste/i comporta delle scelte: di metodo, interessi e intenti. Alida Ardemagni in “L’Italia delle donne. Storie e geografie di donne che hanno cambiato il volto dell’Italia”, da pochi giorni in libreria per Morellini come fuori collana, propone una panoramica a volo d’uccello suddividendo in libro in capitoli dedicati ad antenate: sibille, dee, ninfe e vestali, streghe, sante e badesse, combattenti fra Risorgimento e Resistenza, scrittrici, aristocratiche, popolane, cuoche e vignaiole, imprenditrici illuminate, stiliste, pittrici, fotografe e archistar, scienziate e innovatrici, innamorate e muse, paladine della giustizia e della libertà e ricercatrici.
La scelta dell’autrice si inserisce in un filone, avviato qualche anno fa, aperto con lo scopo di trarre dalle pieghe del passato le tante donne – volutamente – cancellate. È un filone che trova una calorosa accoglienza tra #ledisobbedienti in cui ho raccontato i libri dedicati alle artiste , a talenti sepolti nel tempo, alle donne della Rive Gauche dal 1900 al 1940 agli affreschi di donne pioniere,magistrate o poliziotte ma anche giornaliste come Matilde Serao, ai ritratti di donne definite magnifiche, alle viaggiatrici del Grand Tour , alle eretiche , alle medichesse, alle fate, brigantesse e streghe , alle mulieres salernitanae, alle donne d’avanguardia del futurismo, alle compositrici e alle viaggiatrici.
Ho scelto di inserire tra #ledisobbedienti i libri loro dedicati a testimoniare un interesse per il certosino lavoro di ricerca e scrittura volto a divulgare la storia di donne poco – o per nulla – conosciute. Divulgare, far conoscere, incuriosire e partecipare al dibattito portando il proprio contributo è ciò che anima la penna delle autrici – e di qualche autore – che con passione individuano protagoniste cui gli storici hanno dedicato scarsa, o nulla, attenzione.
Il loro cercare e raccontare riscatta dall’oblio vite e scelte contro corrente da restituire alla Storia contestualizzandone le scelte al fine di far ben comprendere la portata del loro agire, il coraggio e la tenacia che le animò.
L’autrice, in un viaggio dall’antichità ai giorni nostri, sceglie storie di vita, lavoro, religione e impegno sociale e politico che concorrono a una presentazione corale, un invito a scoprire protagoniste di cui, magari, approfondire la conoscenza.
Ardemagni apre la porta, uno spiraglio, su l’altra metà del mondo introducendo chi legge a considerare una visione più completa dell’analisi storica.
La mia generazione alle scuole elementari aveva un libro di testo definito “sussidiario”, i testi come quello di Ardemagni sarebbero perfetti per svolgere quella funzione: una sussidiarietà rispetto alla presentazione di una realtà nella quale, fatta eccezione per Cleopatra e qualche altra incancellabile donna, si incontrano soltanto uomini.
C’è bisogno di libri così, è necessario leggere – sin dalle scuole elementari – del talento delle tante donne, che in campi diversi, hanno fatto scoperte importanti, realizzato capolavori e creato aziende innovative ed economicamente valide.
Il nostro Paese ha una storia millenaria ricca di spunti per ogni disciplina di studio e aspetto della vita, non considerarli tutti è cosa delittuosa non soltanto per il torto che si arreca a tante protagoniste ma, di più, perché tale mancanza si connota come depauperamento collettivo. Perché tacere dei tanti talenti che hanno vissuto contribuendo allo sviluppo e la crescita della nostra civiltà? Il talento, il sapere e l’intelligenza delle donne spaventa ancora? E se sì, perché?
 ©Riproduzione riservata 

IL LIBRO
Alida Ardemagni,
L’Italia delle donne,
Morellini
Pagine 299
euro 20,00

L’AUTRICE
Alida Ardemagni è nata e vive a Milano, dove si è laureata in Geografia umana. Collabora con case editrici come De Agostini, Touring Club, Garzanti, Principato, occupandosi di tematiche legate al turismo e alla geografia, disciplina che ha insegnato per molti anni alle scuole superiori. Avendo vissuto in prima persona il periodo emozionante dell’emancipazione femminile, ha sempre avuto una particolare attenzione per le questioni legate al mondo delle donne.

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