Uno stato d’animo, una geografia immaginaria, una passeggiata con nomi celebri. Si cammina tra penne ancorate alle bellezze di una terra e all’amore universale come quelle dello scrittore francese  Marie-Henri Beyle (per il mondo semplicemente Stendhal), che si sentiva fatalmente milanese, e il seduttore avventuriero Giacomo Casanova, atterrando, infine, sui campi di calcio con l’alchimista del pallone, Diego Armando Maradona.
“Bella Italia” arriverà tra breve nella nostra lingua con il marchio Gremese, casa editrice romana indipendente, che ha anche una sorella parigina, le edizioni de Grenelle, nata nel 2017.

Il libro propone 18 voci di autori d’Oltralpe e segue “Douce France” dove, in oltre 200 pagine, 19 scrittori italiani evocano le loro visioni della Francia. Ma prima di accomodarsi negli scaffali delle librerie nazionali, il volume è stato pubblicato in francese proprio da éditions Grenelle.
La copertina italiana sarà la stessa, però su sfondo blu, non rosso: un’immagine del colorato porticciolo di Procida, capitale culturale europea per il 2022. Tuttavia, potrebbe non essere solo una coincidenza dettata dall’investitura dell’isola nel presente, ma una scelta legata alla passione di chi coordina questa variegata selezione di scritti, Philippe Vilain, scrittore irrimediabilmente innamorato di Napoli.
Vilain firma anche uno dei testi e lo dedica alla città adorata, dove ha ritrovato l’identità popolare delle sua nascita (a Rouen, in Normandia): da qualche anno si divide tra Parigi e la città di Partenope, che ritiene mal amata, infamata da luoghi comuni che la descrivono unicamente come patria della camorra.
Napoli riempie i pensieri di chi legge e lo incuriosisce per quella capacità dei suoi abitanti di essere sempre aperti a una soluzione riassunta nella formula teoricamente non è possibile ma…; per la sua qualità di essere autentica e di non ricorrere a nessun artificio; per la divina maestosità del suo mito calcistico. Philippe, pur non avendo mai studiato l’italiano, imparato per strada, si ritrova spesso a utilizzarlo per esprimere emozioni forti, soprattutto da tifoso, durante una partita del Napoli, per rammaricarsi dei colpi subiti o gioire dei gol in rete.
Mai sdolcinata o insipida, questa Italia, baciata dallo splendore del paesaggio e dell’arte che vi dimora, irrompe nel cuore per la dolcezza dei suoni che cullano le frasi del suo popolo. Non solo Vilain, ma anche la romanziera Diane Mazloun, che ha visto la luce a Parigi e vissuto a Roma, è incantata dalla lingua segreta condivisa con genitori e sorella, cui ricorre ancora oggi quando non vuole essere compresa da altre persone. È il suo bozzolo accogliente, come il libanese, idioma della famiglia d’origine.
Ancona si svela a sorpresa, invece, nel racconto del saggista e narratore Benjamin Hoffmann, professore associato all’Ohio State University, accompagnato da una guida invisibile, deceduta alla fine del Settecento in un castello della Boemia, Casanova, camaleontico protagonista della nostra penisola.
Che Casanova sia legato a Venezia e alla capitale lo si dà per scontato, ma che spunti all’improvviso, nella piacevole freschezza dell’imbrunire, nel capoluogo delle Marche, non ce lo si aspetta: reduce della quarantena nel lazzaretto dove sedusse una prigioniera. Il suo spirito rivive in quelle vie , magnificamente abbigliato, e incrocia Benjamin, nel suo viaggio di gioventù con il fraterno e inseparabile amico Jean. Ai due ragazzi rivolge un gentile cenno con il sontuoso cappello.
Ha il sapore di un gelato al limone, la giornata in Liguria del novelliere Arnaud Guillon, trascorsa con un nonno che amava le calzature italiane e d’estate ne faceva rifornimento.
Si tinge di spensieratezza il souvenir della scrittrice Fabienne Jacob che ripercorre le rumorose vacanze a Rimini e Riccione dove adesso non andrebbe mai, ma da adolescente ne era stregata.
Cinema, letteratura, cronaca. Da Nord a Sud si ricompone uno Stivale che non ha niente a che vedere con le escursioni turistiche: è una letteratura del cuore che fiorisce tra sorrisi e lacrime a volte, per esempio, di un amore finito male. E costruisce un mosaico dove la chiave di volta siamo noi. Italiane e italiani che facciamo la differenza; visi comuni o volti famosi come quelli di Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Non una realtà, ma riflessi nello specchio del tempo. Con i nostri gesti esagerati, la voce alta, la bontà di quello che cuciniamo. Fantasmi che lasciano tracce indelebili.
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Ecco gli autori della raccolta diretta da Philippe Vilain:
Lucas Belvaux, Évelyne Bloch-Dano, Catherine Briat, Stéphane Bouquet, Frédérique Deghelt, Johan Faerber, Philippe Forest, Mark Greene, Arnaud Guillon, Benjamin Hoffmann, Fabienne Jacob, Hervé Joubert-Laurencin, Philippe Lacoche, Diane Mazloum, David Rochefort, David Thomas, Philippe Vilain, Alain Vircondelet.


Nelle foto, una veduta di Napoli e le copertine dei 3 libri pubblicati da Gremese e dalle edizioni de Grenelle

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