Se l’arte e chi se ne fa promotore d  tanto alla citt  da cui proviene c’è da chiedersi perch le istituzioni restituiscano loro cos poco da mortificare lo spirito e lasciare al corpo ben poco con cui sbarcare il lunario. un sentire comune la necessit  di scommettere sulla cultura come volano dell’economia in una citt  come Napoli, straordinaria terra di bellezze naturali, architettoniche e di menti creative. Ma quando si creeranno le condizioni per poter vivere di arte e sopravvivere dell’attivit  svolta una vita intera, con tanto di contributi pagati?
Alla recente denuncia di Leopoldo Mastelloni, depresso e sconfortato per la sua miserevole pensione, si aggiunge la voce di Adriana Carli, ex docente dell’Accademia di Belle Arti partenopea e attrice teatrale, nonch fondatrice del teatro la Riggiola.
«Dieci anni fa mi sono recata all’Enpals spiega la Carli – per avere informazioni sulla mia pensione da attrice. Mi fu detto che avrei ricevuto una buona pensione perch i miei versamenti risalivano al 1968, ma che avrei dovuto aspettare il mio pensionamento come docente dell’Accademia di Belle Arti poich le due pensioni non erano cumulabili. Andata in pensione a novembre 2013 con l’Accademia ho fatto subito domanda per la pensione di attrice che sarebbe partita dalla stessa data. Ho aspettato pazientemente ma della pensione neanche l’ombra. Dopo tanti solleciti al Banco di Napoli Ovest dove ho il mio conto, all’Inps e all’Enasco, a oggi ancora non sono riuscita a percepire quanto mi spetta, arretrati compresi».
Diplomata in Scenografia all’Accademia di Belle Arti e all’Accademia di Arte Drammatica di Napoli, Adriana Carli insegna dal 1978 al 2013 nelle Accademie di Catanzaro, Frosinone e infine della sua citt . Regista e attrice teatrale, ha in curriculum un numero incredibile di spettacoli diretti e interpretati.
Nel 1972 fonda un laboratorio di ricerca teatrale in una piccola struttura in Piazza San Luigi, a Posillipo, che dal 1976 diventa il Teatro La Riggiola, con la sua compagnia e un cartellone cospicuo di eventi. La sala ha lancia nuovi autori, organizzato rassegne musicali che spaziano dalla danza al cabaret, e ospitando gruppi di sperimentazione, il tutto senza usufruire di contributi pubblici. Nel 2001 la struttura chiude per cessata locazione, con un ultimo spettacolo in cartellone “Zona Eduardo sottosuolo”, scritto e diretto dalla stessa Carli.
Risale a gennaio di quest’anno il suo ultimo progetto alla Cappella Sansevero, “Vertigini di colore”, che nasce da un’idea di Luciana Renzetti, con la regia, ideazione video e interpretazione di Adriana Carli. In scena gli eventi più significativi di una vita, quella di Frida Kahlo, dedita all’arte, come medicina per l’anima di un corpo fragile, spezzato dai dolori. Il titolo è cucito su misura per esprimere il concetto di vertigine emotiva che trova il suo canale di sfogo nel linguaggio della comunicazione visiva. Selvaggia e passionale come il suo amato Messico, dolce e amara come l’attaccamento alla vita che la caratterizzò, visionaria come i suoi favolosi dipinti, Frida Kahlo, allieva, moglie e musa di Diego è stata una delle più grandi pittrici dell’arte contemporanea.
«Il vortice dei colori coinvolge quotidianamente un amore violento – commenta il poeta e saggista Antonio Spagnuolo – che affonda nel pensiero e negli atti, nella carne e nelle opere di una donna particolarmente segnata dal destino. Il canto della poesia allora diventa melodia frenetica, musica ritmata. Il ritorno alla scena di Adriana Carli ricalca un’ operazione culturale che gi  ha suscitato entusiasmo nella rappresentazione della mistica vita della pittrice». Un lavoro che Adriana vorrebbe portare in scena nella Pinacoteca dell’Accademia di Belle arti di Napoli. Mentre pensa a un libro dove raccontare (con Lucia Stefanelli) l’irripetibile esperienza della Riggiola.

Nella foto in alto, Adriana Carli alla Cappella Sansevero con "Vertigine di colore" dedicato a Frida Kahlo. In basso da sinistra, l’attrice nella "Casa degli orchi", e due sequenze di suoi spettacoli "Edgarpò" e Giulietta e Romeo"

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