Ci ha messo un po’ di fatica, ma alla fine è stato sdoganato. Per essere eletto oggetto d’arte. Stiamo parlando del corno, che per avere davvero una funzione scaramantica deve essere rosso e fatto a mano. Come il “prototipo” presentato da Lello Esposito durante la conferenza stampa alla Camera di commercio del “Corno show”, una rassegna a spazio aperto che repirer  alla luce della seconda edizione napoletana di Coppa America, in primavera. Conferenza stampa organizzata e tenuta il 12 dicembre, alle 12.12, sfidando i funesti pronostici targati Maya.
Ne è passato tempo da quando intellettuali e artisti storcevano il naso di fronte alla tradizione e si vergognavano della sagoma di Pulcinella, pensando che l’arte contemporanea si fermasse ai nomi internazionali proposti da Lucio Amelio ( ma anche da altri galleristi partenopei, da Lia Rumma a Peppe Morra), rifiutando quell’identit  napoletana rivendicata, invece, da Jean-Nol Schifano, partenopeo di di adozione, dal 1994, con la cittadinanza onoraria conferitagli dall’allora sindaco Bassolino, quando dirigeva la sede del Grenoble di via Crispi. Gi  prima degli anni novanta, lo scrittore francopartenopeo cap quanto fosse dirompente e rivoluzionaria l’operazione di Lello Esposito che proponeva l’odiata maschera, spesso forgiata proprio con un corpo a forma di cornetto. Atmosfere ricordate dallo stesso Schifano, durante la presentazione dell’iniziativa (cui hanno partecipato, tra gli altri , il presidente della Camera di commercio Maurizio Maddaloni) nata da un’intuizione di Dario Scalabrini, Mariano De Luca e Maurizio Chioccarellia, con la collaborazione del Consorzio Artigianapoli, dell’Accademia di belle arti, di Nemk Srl e della Agnes comunicazione.
Cornoshow è un bell’esempio di sinergia, che propone 36 installazioni in vetroresina (alte 270 cm), da disseminare nel centro storico cittadino. Finalmente l’arte napoletana riprende possesso dello scenario urbano, lavorando sull’idea/base del corno, appunto, mostrando tutte le sue potenzialit  con nomi gi  consolidati, come quello di Salvatore Paladino, Angelo Casciello e Guglielmo Longobardo, con protagonsiti emergenti, quali Nicca Iovinella e Luigi Filadoro, e con i giovanissimi che studiano all’Accademia.
Che altro dire? Non è vero … ma ci credono. Il corno salver  la cultura di Napoli… E non solo. Alla fine dell’esposizione, che si svolger  dal 5 aprile al 2 giugno, alcune opere verranno vendute all’asta e il ricavato sar  destinato al progetto di ricerca del reparto di microcitemia dell’ospedale Cardarelli.

In foto, il corno prototipo che invader  la citt  con differenti proposte d’autore

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