Oggi, 2 maggio, scade lo sconto di 25 centesimi sul costo della benzina. Eventuali proroghe, se verranno, non rintracceranno gli aumenti indiscriminati delle ultime settimane, con evidenti fenomeni speculativi che hanno “falcidiato” il portafoglio degli italiani.
Nel frattempo si perde tempo ad agevolare con bonus l’acquisto di bici, monopattini, mobili, incentivi all’acquisto di auto e menate del genere.
Da un lato si lascia correre la benzina oltre i due euro al litro, con evidenti ripercussioni sui prezzi al consumo dei beni di prima necessità, poiché per trasportare le merci il costo è maggiorato e questo si ribalta sui consumi delle famiglie e sulle stesse imprese, dall’altro si cerca di favorire il portafoglio di qualche amico capitalista favorendo acquisti di seconda e, talvolta, terza necessità.
Il Governo dei migliori? No, il Governo degli amici! Secondo le stime dello stesso Ministero per la Transizione ecologica, tra il 18 e il 24 aprile il costo medio nazionale della benzina in modalità self è salito dello 0,51% (0,9 centesimi) rispetto alla settimana precedente, arrivando a 1,766 euro al litro. In aumento anche il gasolio, che ha toccato i 1,767 euro al litro: +1% (1,67 centesimi) sui sette giorni precedenti.
Gli esponenti di “questo” Governo sono così bravi a provocare la malattia per poi studiare come debellarla. Ma, talvolta, mentre il medico studia il malato muore.
Se bisogna adottare un nuovo scostamento di bilancio, ovvero aumentare ancora di più il debito pubblico, immiserendo gli italiani, non sarebbe il caso di razionalizzare le misure agevolative in funzione dell’allargamento della domanda interna, senza passare per alcuni fastidiosi aumenti di luce, gas e benzine?  
Invece no, si agevola qualche cosa (di futile) e si lascia correre l’aumento di altre (necessarie e irrinunciabili). A rimetterci famiglie e imprese.
Questa è il miglior viatico per vanificare i potenziali effetti del prestito europeo, che agirà su un’economia ancora più indebitata e senza segnali di ripresa. Altro che riforme strutturali, si finanzierà qualche opera pubblica che il capitalismo italiano non era ancora riuscito ad accaparrarsi e si dispenserà giusto qualche sostegno/briciola di facciata a chi non regge sulle proprie gambe.
Addio sogni di gloria per uno sviluppo sostenibile, trasparente, equo e a misura d’uomo.
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