Ulisse ha lo sguardo magnetico di Bekim Fehmiu. Alla fedele Penelope che tesse una tela infinita d  volto l’intensa Irene Papas. Nella tivù in bianco e nero del 1968, la Rai manda in onda “Odissea”, sceneggiato televisivo, diretto da Franco Rossi (coprodotto con Francia, Jugoslavia, Germania). Antonella del Giudice è una bambina dallo sguardo consapevole e ne rimane folgorata. Un colpo di fulmine che, nella sua strada di scrittrice, la guider  verso “Nostos”, viaggio immerso nella mitologia attraverso novanta pagine di un piccolo e raffinato volume pubblicato dalla casa editrice partenopea ad est dell’equatore, accompagnato dalle emozioni illustrate di Caterina Marmo.

Un “ritorno” il suo che, come spiega lei stessa «si prende libert  filologiche, abusa dei testi, gioca col mito e con le ipotesi storiche».
Il prologo ci offre l’immagine di un vecchio sovrano senza trono, con le guance segnate dall’affollarsi degli anni Nestore, re di Pilo ha abdicato per dividere il suo regno tra i figli. L’anziano eroe acheo della guerra di Troia abita in un’ala della sua reggia, accudendo devotamente la moglie Euridice, persa nella foschia della propria mente. A turbare l’equilibrato ritmo di questa convivenza è Eumeo, messaggero di Ulisse lo supplica di raggiungere Itaca dove è divampato il conflitto con il figlio Telemaco che vuole soffiargli il regno.

L’autrice riesce a mettere insieme passato e presente,
immergendo le parole nella bellezza di una letteratura attenta all’antichit  della vicenda, con la lucidit , però, di chi è perfettamente consapevole del cambiamento dei tempi moglie e figlio fedeli diventano diabolici alleati contro un marito ingombrante, malamente incanutito non nel fisico, che conserva ancora vigoroso, ma nei pensieri, sempre più bugiardi, piagnucolosi e aspri contro i traditori. Non si sottrae al suo furore nemmeno Euriclea, l’amata nutrice che lo cullò al suo seno. Il suo orgoglio è talmente smisurato da oscurargli il ragionamento.

Dal canto suo, Penelope, non ne può più di quello spaccone abbrutito che una volta era l’amore della sua vita,
si dichiara ipocritamente preoccupata per il diverbio scoppiato tra pap  e rampollo, fingendo di volere solo la pace sull’isola. E Telemaco non è più il giovane timoroso e in ambasce per la sorte paterna, ma un uomo sicuro di s che brama il potere, riuscendo tuttavia a dissimulare la sua sconfinata ambizione nella pretesa di apparire umile e affettuoso. E poi ci sono loro, Antianira, Damastore, Polibo, i genitori di quei giovani massacrati da Ulisse che avevano costruito un autogoverno durante la sua assenza. E ancora passeggia tra queste pagine l’ancella Melanto, fanciulla bella e triste…
Chi ascolter  Nestore, il saggio sovrano partito per Itaca, raccogliendo il grido d’aiuto del suo amico? Non priveremo i lettori del piacere di scoprire da soli l’epilogo, ma chi volesse saperne un po’ di più e ascoltare da vicino la scrittrice svelare (almeno un po’) il suo percorso creativo potr  partecipare alla presentazione del libro gioved 17 marzo alla libreria Evaluna (in piazza Bellini, 72- Napoli), inserita nella rassegna al femminile concepita per tutto il mese dal Comune di Napoli. Con Antonella Del Giudice ci saranno Patricia Bianchi, Angela Di Maso, Caterina Marmo e Annalisa Direttore (che legger  visioni dal testo). Quintetto di donne tenaci e combattive.

Nella foto, la scrittice Antonella del Giudice, conduttrice della trasmissione culturale “Il Salotto di Julie” per l’emittente televisiva Julienews. In basso, la copertina del libro

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