Svelare le contraddizioni più profonde della realt  napoletana, sospinta dal bisogno estremo di sincerit , lasciando al lettore la coscienza di discernere tra il bene e quello che si presenta come male. Con i racconti- inchiesta de “Il mare non bagna Napoli” Anna Maria Ortese ritrasse dal vero un affresco carico di annose e irrisolte emergenze, che a tutt’oggi fungono da cassa di risonanza del declino del sistema-Italia. E la missione di informare fu pagata a cara prezzo dall’autrice. Fu tacciata di “antinapoletanit ” dagli intellettuali partenopei che ella stessa aveva chiamato in causa nel capitolo conclusivo della raccolta, Il silenzio della ragione, denunciandone la colpevole indifferenza alle ferite della citt .
I problemi che continuano ad affliggere il territorio rendono il libro della Ortese cos attuale da prestarsi a un adattamento teatrale a più voci, con diversi stili, sensibilit  e approcci scenici. Un progetto di Luca De Fusco che ha anche curato la regia di Un paio di occhiali, andato in scena al Ridotto del Teatro Mercadante, con un allestimento volutamente essenziale per lasciare spazio alla coinvolgente interpretazione di Gaia Aprea.
“Con un racconto cos bello, cos lancinante e cos eloquente, si può facilmente sottrarre”, spiega De Fusco. Grazie a con un sapiente uso della mimica e della gestualit , l’attrice partenopea ha saputo restituire il vissuto dei protagonisti, tratteggiandone i caratteri in contesto fortemente deprivato dove la miseria si associa all’aridit  del cuore.
Gli appuntamenti con l’opera della Ortese continuano con Interno familiare (dal 29 ottobre al 3 novembre), Oro a Forcella (dal 12 al 17 novembre), La citt  involontaria (dal 26 novembre al 1 dicembre), Il silenzio della ragione (dal 10 al 15 dicembre).

Per saperne di più
www.teatrostabilenapoli.it

Nelle foto di Marco Ghidelli, Gaia Aprea in scena

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