«But baxt ta sastipe!» (Che voi possiate essere sani e felici!). Esordisce con un caloroso saluto in lingua rom, Santino Spinelli, in arte Alexian, all’Orientale di Napoli, nella sede di via Marina, per raccontare la sua storia e il suo popolo. “So me sinjom (ciò che sono) un rom”, è il titolo del seminario. Musicista, compositore, docente, ambasciatore della cultura romanì nel mondo, con il suo gruppo, “Alexian group”, tiene concerti in Italia e all’estero allo scopo di proporre musica rom, convinto che la valorizzazione artistica sia un importante mezzo di integrazione sociale.
I rom vivono da sette secoli tra noi eppure sono ancora “ospiti” indesiderati, vittime di pregiudizi e della cattiva informazione. Perché l’Occidente è così restio a ascoltare la voce rom?
Si è imposto sul mondo rom uno sguardo strabico. I rom sono e devono essere un problema sociale. Mafia capitale ce l’ha fatto capire a cosa servono i campi rom. Hitler è morto ma non le sue idee.
Superando i luoghi comuni, qual è l’apporto della cultura rom al patrimonio artistico-culturale europeo?
La lingua romanì ha prodotto una letteratura meravigliosa e un immenso patrimonio musicale. In molti paesi la cultura rom è entrata a far parte del folklore locale, spesso il folklore di quei paesi si identifica con la cultura romanì. Pensate al flamenco in Spagna dove l’elemento rom è determinante. Alcuni generi musicali, tra cui il jazz, derivano dai Rom. Eppure non si sa nulla. Sotto lo sguardo silenzioso dell’opinione pubblica, la cultura romanì muore.
Tra i generi musicali, qual è quello che più si avvicina alla tradizione romanì?
La mia musica si ricollega alla tradizione balcanico-mediterranea. Nel momento in cui i Rom abruzzesi hanno perso la cognizione della musica tradizionale, si sono chiaramente appoggiati alla tradizione napoletana, dove hanno ritrovato i melismi, l’impianto base di tipo orientale con il vibrato, le tonalità minori, il modo di cantare a voce alta e lacerata. Nella tradizione partenopea c’è anche una tradizione rom: la serenata, per esempio, deriva da una antica tradizione che noi chiamiamo buvibb”.
Quali sono i suoi prossimi appuntamenti? Tornerà a Napoli?
Il 18 novembre sarò in concerto con l’Orchestra europea per la pace al Parlamento di Bruxelles, il 4 dicembre, alla Cattedrale di Teramo, verrà presentato il cd etnosinfonico dal titolo “Romano Dives” e a marzo uscirà il mio nuovo libro “I Rom, questi sconosciuti”(Mimesis Editore), che sarà presentato al salone del libro di Torino con un concerto. Sarebbe bello attivare un corso di studi in Lingua e cultura romanì qui all’Orientale”.
All’incontro napoletano, segue la proiezione del docufilm di Paolo Bonfanti, “Alexian, un artista Rom”. L’iniziativa, a cura del “Comitato Unico di Garanzia” presieduto da Silvana Palma, è in linea con la filosofia dell’ateneo che crede nel dialogo interculturale e che alla base dei fenomeni di intolleranza/discriminazione agisca un deficit di informazione e conoscenza.

Per saperne di più
www.alexian.it

Prossimi eventi all’universit  degli studi di Napoli l’Orientale
11-12 novembre. Le Stelle di San PietroburgoMusicisti Napoletani in Russia nel Settecento
12-13 novembre. I linguaggi della politica
13 novembre. Presentazione del volume “Mythologein. Studi in onore di Giovanni Cerri”
19 novembre – 21 gennaio. La Bibbia e le sue traduzioni
www.unior.it/ateneo/12541/1/eventi-culturali.html

 

Nelle foto, l’Orchestra europea per la pace in concerto a Strasburgo

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