Leib. Il corpo vivente. Con questo titolo, attraverso 20 opere Danilo Ambrosino propone una mostra a cura di Olga Scotto Di Vettimo, al Museo Campano di Capua, custode di un inestimabile patrimonio archeologico,
dalle Matres alle epigrafi edite da Theodor Mommsen.

Qui sopra e in copertina, opere di Ambrosino della mostra al Museo campano di Capua


Il progetto espositivo è realizzato con il contributo della Regione Campania – Vestigia sui sentieri delle matres, in collaborazione con il Museo archeologico nazionale di Napoli, gode del patrocinio della Provincia di Caserta e della Città di Capua, con il Matronato della Fondazione Donnaregina per le Arti Contemporanee. E inaugura un nuovo corso espositivo che punta a far dialogare antico e contemporaneo.
Alle opere di Ambrosino a cui si affiancano i contributi tecnologici e digitali provenienti dalla mostra I Gladiatori esposta all’archeologico , insieme alla collezione del Museo Campano relativa alla tematica dei guerrieri.
I corpi che emergono dall’universo artistico di Ambrosino appartengono a migranti, profughi, viaggiatori ancora oggi, da sempre e per sempre, intenti a tessere la trama tragica, epica e eroica di una vicenda sociale complessa che garantisce l’esistenza collettiva.
Nell’oscurità dei corpi l’artista lascia spazio a improvvisi bagliori aurei, che come le cicatrici degli antichi Gladiatori, combattenti per la libertà, evidenziano la magmatica drammaturgia che lega l’origine al presente.
Vernissage domani, sabato 13 novembre, alle 18, al Museo campano di capua in via Roma 38. La mostra sarà visitabile fino al 30 gennaio 2022.


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