25 anni fa (31 ottobre 1993) il cinema perdeva uno dei suoi più grandi maestri: Federico Fellini. La fotografa Patrizia Mannajuolo, appartenente a una nota famiglia di galleristi napoletani, gli rende omaggio aprendo il suo archivio. Fotografie giocose, rilassate che ritraggono il regista nelle sue pose più caratteristiche.
Nasce così la mostra “Dietro le quinte, Federico Fellini negli scatti di Patrizia Mannajuolo”, a cura di Valentina Rippa (opening sabato 15 settembre alle 17.30). Negli spazi al primo piano dell’ex ospedale San Rocco di Matera (via San Biagio 31), fino al 1 ottobre, sarà possibile ammirare i circa 40 scatti inediti catturati dalla fotografa dietro le quinte e sul set. Immagini immediate, vive, spontanee, prevalentemente in bianco e nero.
Mannajuolo mette in luce il Fellini autentico, capace di grande empatia, intransigente e tenero al tempo stesso, visionario e geniale come i suoi film. Riesce a rubare gli sguardi di complicità e talvolta i contrasti lontani dall’ufficialità delle foto di scena, a far trasparire le emozioni del maestro della settima arte, con la consapevolezza di aver fatto parte non solo di un mondo sfavillante, quello del cinema, ma soprattutto di aver vissuto insieme al grande Fellini un sogno colossale.
Emergono i ricordi di una vita, personaggi, attori e amici che restituiscono un periodo ricco di passioni e sogni come in un nostalgico amarcord. Tante le celebrità che si avvicendavano sul set: Anouk Aimé, Olghina di Robilant, Robert Altman, Jacqueline Bisset, Roberto Benigni, Nanni Moretti e naturalmente Marcello Mastroianni, Ettore Manni, la compagna di una vita Giulietta Masina e i produttori Renzo Rossellini e Daniel Toscan du Plantier, per citarne alcuni.

In foto, due dei circa 40 scatti in mostra\ ilmondodisuk.com
Nelle immagini, due dei circa 40 scatti in mostra

Di tutto questo Mannajuolo restituisce, qui, il lato nascosto, quello che accadeva nel backstage: ecco che vediamo un Fellini avvolto nel lungo cappotto di cammello e nel suo sciarpone per proteggersi dall’umidità di Cinecittà, dietro la cinepresa con in mano il grande megafono (foto in alto) per far sentire più forte la sua voce e urlare al mondo “e voilà, il cinema è come un circo, voglio il rullo di tamburi!”.
«Il pregio di questi scatti – commenta la curatrice Rippa – è proprio l’originalità rispetto alle foto di scena che sono di solito progettate, studiate. Più che la ricerca del bello, Patrizia è attenta a cogliere la verità, i retroscena. Viene fuori la spontaneità del rapporto tra il regista e gli attori, i gesti, le smorfie, gli stati d’animo. Nei suoi flash, perlopiù realizzati dietro le quinte del set cinematografico La città delle donne e a Cinecittà, emerge la persona e non il personaggio. Per me è un privilegio poterle mostrare al pubblico, è stato come aprire un cassetto chiuso da anni in quanto Patrizia è una persona molto riservata, quasi non parla del suo passato da fotografa e della sua grande amicizia con attori, registi del calibro di Mastroianni, Alberto Sordi, Monica Vitti. Apprezzo molto questa sua modestia, riservatezza, e naturalmente la sua capacità di cogliere l’essenza del momento».
La mostra è organizzata in collaborazione con la Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio della Basilicata e la Fondazione Mannajuolo, nata per ricordare l’impegno della famiglia che, sin dai primi decenni del ‘900, ha contribuito alla vita culturale di Napoli sostenendo iniziative legate al mondo dell’arte e dell’architettura. Nel solco tracciato prima da Giuseppe Mannajuolo e poi da suo figlio Guido – fondatore nel 1943 della galleria Al Blu di Prussia – la fondazione rinnova costantemente il suo impegno e la sua inclinazione al mecenatismo allargando il suo sguardo anche alla letteratura, al cinema e al teatro.
Il catalogo della mostra è realizzato da Editori Paparo mentre la post-produzione e la stampa fotografica sono a cura di Stefano Fittipaldi dell’Archivio Parisio. Dopo l’esposizione a Matera l’exhibition proseguirà nel 2019 in altre città italiane e estere tra cui: Napoli, probabilmente in primavera, Budapest e Rio De Janeiro.
Formatasi tra Roma e Parigi, Patrizia Mannajuolo, è tra i pochissimi fotografi ammessi sul set di Federico Fellini. Si dedica alla fotografia sin da giovanissima. Frequenta lo studio di Vittorugo Contino e collabora con svariati registi, attori e produttori del settore cinematografico e televisivo legati agli anni settanta e ottanta.
Tra le esperienze più significative: la collaborazione con Renzo e Roberto Rossellini per La lotta dell’uomo per la sua sopravvivenza (1970), serie televisiva di grande successo che descriveva  le varie fasi storiche che hanno portato l’uomo occidentale in una determinata direzione; con Federico Fellini sul set di La città delle Donne (1979); con Liliana Cavani per  il film La pelle (1981), tratto dal romanzo omonimo di Curzio Malaparte; con Alberto Sordi e Monica Vitti per le riprese di Io so che tu sai che io so (1982), da un soggetto di Rodolfo Sonego prodotto da Augusto Caminito, a cui fece seguito uno special sui problematici rapporti di coppia di cui la fotografa ha curato la regia.

“Dietro le quinte: Federico Fellini negli scatti di Patrizia Mannajuolo”, a cura di Valentina Rippa
Ex Ospedale San Rocco – via San Biagio, 31 – 75100 Matera
Vernissage sabato 15 Settembre 2018 alle 17.30 (fino al 1 ottobre)
Orari: dalle 10 alle 13 e dalle 17 alle 21
Ingresso libero
Tel. 339/6436586

Fondazione Mannajuolo – Al Blu di Prussia
Via Gaetano Filangieri 42 – Napoli
Tel. 081/409446
www.albludiprussia.com
info@albrludiprussia.com

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