Baroq Art Bistrot, quando il cibo diventa supporto della creatività. Il locale di piazza Vittoria 6 a Napoli inaugura la prima mostra d’arte del 2019: in esposizione i bozzetti autografi di quattro grandi interpreti della pittura napoletana tra Sei e Settecento.
In esposizione, otto studi preparatori di rilevante e differente significato per altrettante opere pubbliche di Massimo Stanzione, Luca Giordano, Francesco Solimena e Giacinto Diano, lavori che conservano la freschezza e la bellezza della prima idea dell’artista come i due Angeli (olio su tela, cm 37 x 24,5) realizzati da Solimena per l’affresco la Cacciata di Eliodoro dal Tempio sulla controfacciata della chiesa del Gesù Nuovo a Napoli; che mantengono la compostezza dei modellini esibiti alla committenza, come la Deposizione dalla croce (olio su tela, cm 90 x 54) presentato da Diano per l’altare maggiore della Chiesa della Pietà dei Turchini nel 1781.
Documenti preziosi, i bozzetti, resistono all’incuria del tempo e della storia, come il modello preparatorio di Luca Giordano per la tela raffigurante I Santi Benedetto e Pietro che intercettano i Saraceni, distrutta irrimediabilmente a Montecassino dai bombardamenti americani durante la seconda guerra mondiale.

Baroq| ilmondodisuk.com
Qui sopra, il bozzetto di Luca Giordano. In alto, una panoramica del locale

Con questa seconda mostra dedicata al bozzetto – allestita fino alla prossima primavera – Baroq porta avanti il proprio progetto culturale, inaugurato con l’esposizione dedicata alla pittura di Micco Spadaro, che combina arte classica e cucina della tradizione: le pareti del bistrot-galleria diventano scena per una diversa esperienza cultural gastronomica e per un più disinvolto approccio con la grande pittura del passato
Baroq non è una galleria tout court, non solo un bar e neppure solo un ristorante ma uno spazio che nasce nella convinzione di far vivere felicemente insieme mondi diversi ma ugualmente legati al passato culturale di Napoli, all’interno dell’antico Palazzo De Majo, commissionato nel XVIII secolo dalla famiglia De Majo a Ferdinando Sanfelice, al civico 6 di Piazza Vittoria.
All’insegna della grande tradizione classica partenopea è anche l’offerta di cucina del fuoriclasse napoletano Antonio Tubelli, cuoco di grande passione e lunga esperienza, l’ultimo monzù napoletano, come è stato definito per la sua cucina di memoria (i Monzù, trasposizione dialettale della parola francese monsieur, erano nei secoli XVIII e XIX i capocuochi delle case aristocratiche nel Regno delle Due Sicilie).
Per saperne di più
www.baroq.it

 

 

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