Sono frammenti di una realt  quotidiana, sono gli anni del secondo dopo guerra, quelli visti dagli occhi di un giovanissimo reporter di 17 anni che cattura con l’obiettivo della sua macchina fotografica istanti e momenti di puro neorealismo.
Ancora non si sapeva che quel giovane Stanley sarebbe diventato un grande regista, Stanley Kubrick. Ora il Pan di Napoli (via dei Mille, 60) celebra il Maestro del cinema e questa sua originaria passione, prima di approdare alla regia. «Napoli è la prima citt  italiana a ospitare questa nuova mostra, con inedite fotografie di Kubrick e il Pan ospitandola conferma di essere un luogo in cui trovano spazio, confronto e dialogo le diverse anime del contemporaneo», cos l’assessore alla Cultura del Comune di Napoli, Antonella Di Nocera ha sottolineato alla conferenza di presentazione.
In mostra al palazzo Roccella, dal 13 luglio al 9 settembre, 168 fotografie realizzate dal giovanissimo Kubrick tra il 1945 e il 1950, stampate dagli originali negativi conservati negli archivi della Look Magazine Collection del Museo di New York.

« una mostra mondiale, dopo Napoli sar  probabilmente ospitata in un’altra citt  italiana e poi andr  in America Latina, in Oriente per poi concludersi a New York da cui ha preso avvio ha detto Filippo Zevi, amministratore delegato Arte, Mostre, Musei Giunti Editori, alla conferenza di presentazione.un progetto editoriale nato tre anni fa, prima di allora non si conosceva questo prezioso materiale fotografico, regalato dalla rivista Look al museo newyorkese».

Quella di Kubrick è una vera passione coltivata fin da bambino, quando all’et  di 13 anni gli fu regalata dal padre la sua prima macchina fotografica con la quale scatter  una particolare foto, quella di un edicolante rattristato della notizia della morte del presidente Roosevelt, che vender  alla rivista Look. Inizier  cos la sua carriera di reporter. Da fotografo Stanley Kubrick documentava la vita quotidiana dell’America all’indomani del Secondo conflitto Mondiale, attraverso le storie di celebri personaggi come Rocky Graziano, Montgomery Clift, Betsy Furstenberg. Ai ritratti famosi si contrappongono gli istanti di vita “rubati” dalla strada e per i vicoli di New York sciusci , gente comune o artisti del circo.
Contraddizione umana, dramma psicologico, mistero, seduzione, i personaggi delle fotografie evocano la stessa caratterizzazione estetica che ritroveremo poi nei suoi film. L’influenza della fotografia giovanile sulle future opere cinematografiche del regista deriva in parte anche dal metodo della rivista Look, che cercava una narrazione a episodi. I responsabili della rivista volevano che il soggetto fosse seguito costantemente, che venisse fotografato in tutto ciò che faceva. Sebbene divenuto regista di successo, il legame con la fotografia non si spezzò mai basta considerare i lunghi tempi di inquadratura cinematografica di Kubrick.
Il regista passava ore a studiare il particolare dell’immagine, la prospettiva, l’illuminazione, la posizione dei soggetti e degli oggetti in scena, come fosse una fotografia. «Kubrick faceva il regista cinematografico continuando ad essere un fotografo, – ha concluso Zevi – la sua memoria visiva e storica è stata la sua più grande fonte di ispirazione per i successivi film. Gli ultimi suoi scatti da fotoreporter sono stati quelli che ritraggono il pugile, Walter Cartier, personaggio poi del suo primo cortometraggio “Day of the Fight”».

Con il sostegno di Comune di Napoli, assessorato alla Cultura e al Turismo in collaborazione con Museum of the City of New York e Muses Royaux Des Beaux -Arts de Belgique
Accompagna la mostra un catalogo GAmm Giunti.

Visite dal luned al sabato 9,30-19,30. Domenica 9,30-14,30.
Marted chiuso. Infoline 081 7958601.

Per saperne di più

www.mostrakubrick.itIn foto, scatti del maestro e uno scorcio della mostra al Pan (in primo piano, da sinistra, Zevi, Di Nocera e Franco)

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