“Messaggero d’amore” è la scultura dell’artista Mangiacapra (foto), in arte Niobe, ninfa, figlia del re Tantalo, presente nel chiostro di Santa Teresa d’Avila in via Vittoria Colonna 20, a Napoli.
La scultura si compone di due elementi trasparenti e visibili da ambo i lati un angelo alto 1,70 in ferro con un dardo dalla freccia dorata nell’atto di colpire il cuore della Santa una stampa su alluminio incorniciata su plex nell’altro. La Santa riceve il dardo la Luce di Dio mentre legge. La cultura illumina e induce a seguire l’umano percorso futuro come la Fede.

Spiega l’autrice «Lo straordinario di una vita, della vita, di Teresa d’Avila è ciò che mi ha sempre attirata e lasciata colma di ammirazione il suo percorso spirituale.
La narrazione che Lei fa nei suoi scritti è affascinante e unica per la possibilit  soprattutto di un’accessibilit  a quello stesso percorso che difficilmente troviamo nei grandi illuminati. Certo riuscirvi e praticarlo è ben altra cosa ma che ti sia raccontato con una parola chiara, semplice e autentica, perch parla della propria esperienza, e non con parole ermetiche difficili noiose fa una bella differenza.
Messaggero d’amore al doppio senso e senza soluzione di continuit , come quella freccia di Luce stoccata dall’Angelo d’amore a colpire il cuore e la mente di Teresa che a sua volta accoglie e porta il Messaggio con determinazione fino a noi. Dedico a Lei e a mia nonna Teresa di cui porto il nome questo lavoro con il cuore colmo di gratitudine e di gioia».
Teresa, impegnata nel sociale da decenni facendo arte e promotrice con la sorella Lina gi  nel’71 di un movimento teso alla partecipazione delle donne nella cultura e in politica, ha voluto rendere omaggio alla protettrice di Spagna, donna colta ed energica riformatrice nel V centenario della nascita 28 marzo 1515 e al restauro della sua statua di Cosimo Fanzago.
In contemporanea una mostra di foto di Umberto Vocaturo (immagine in basso) che ha iniziato da ragazzo a dedicarsi alla fotografia. I suoi primi scatti ora sono opere d’arte che non sono più foto ma dipinti che rievocano la pittura dell’600 napoletano e in particolare Caravaggio. In ognuna domina la luce tagliente caravaggesca che abbaglia e la composizione teatralizzante. La sacralit  la cerca nelle nature morte, in un gesto di una mano o nell’incontrare l’altra di colore opposto, nella bellezza di una donna. Il cuore è per lui un rosso melograno che palpita con i suoi succosi dolci piccoli acini. Ricorda la Vergine del melograno di Raffaello.
L’installazione di Teresa sar  ancora nel chiostro con le foto di Umberto fino al 10 gennaio.

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