I miti sono il modo in cui gli esseri umani, dall’alba dei tempi, vestono l’indicibile. Archetipi potenti per dare forma e plasmare i ruoli con l’intento di suggerire addentellati giustificativi sui quali fondare una supremazia arrogatasi sull’intero creato. I miti fondativi sono necessari per generare identità, comunanza e proselitismo conferendo sicurezze che la razionalità non può garantire.

Per dar vita a un modello sociale è necessario un apparato simbolico: forte, immediato e condiviso. Nella caratterizzazione delle figure mitiche si scorgono aspetti ricorrenti che reiterano un modello sociale di stampo patriarcale: gli uomini sono rappresentati come viaggiatori nel tempo alla ricerca di risposte universali mentre alle donne viene cucito addosso il ruolo di tentatrici dedite all’inganno che questi incontrano sul loro cammino.
I primi sono impegnati in nobili sfide e si invaghiscono perché sensibili alla bellezza mentre le seconde hanno le vesti di prede innocenti, virago vendicative, mostri che hanno perso le loro sembianze umane come castigo inflitto in seguito a presunte colpe e figure tragiche impegnate a lavare nel sangue onta e dolore discendente da relazioni familiari.
Ma chi ha distribuito i ruoli, chi ha scritto e deciso le parti del copione? Con il passare dei secoli il culto della dea madre viene, scientemente, obliato lasciando il campo a figure maschili e a quella, di contorno, della Madonna.
Vien da domandarsi che caratteristiche hanno, cosa ci insegnano, che rappresentazione dell’umano restituiscono le figure mitiche femminili? C’è chi avverte, forte, il bisogno di reinterpretarle dando loro una voce e dei significati diversi da quelli fin qui conosciuti. In “I miti allo specchio. Riscritture femminili liberamente ispirate al mito” edito da Mimesis le curatrici Sara Manuela Cacioppo, Giovanna Di Marco e Ivana Margarese presentano dieci racconti scritti da autrici che, con stili diversi, propongono nuove identità per personaggi complessi come Medusa, Clitemnestra, Didone, Circe e le sirene.
A tutte loro viene data un’opportunità fin qui negata, riscrivere il canone appropriandosi dell’indipendenza di pensiero critico con cui affermare sé stesse. Non più creature immaginate dagli uomini assecondando il bisogno di demonizzare le donne perché ritenute pericolose, infide e traditrici ma soggetti dotati di personalità autonoma proiettati verso la modernità.
Le figure mitiche femminili si affrancano dal giogo loro imposto e diventano protagoniste svelando una visione diversa del mito e del mondo. La cosmogonia viene ribaltata mostrando la metamorfosi, la molteplicità di interpretazione, la complessità e il peso dell’esercizio del libero arbitrio, le figure di cui leggiamo hanno spezzato le catene che per millenni le hanno obbligate allo svilente e poco significante pensiero unico per acquistare sfaccettature, colori, toni, consistenze e spessore altri.
La ricchezza di una antologia è la sua varietà, percorsi letterari ed esistenziali diversi tra loro si incontrano per condividere idee e pensieri integrando sensibilità e talenti. Nel testo emerge, prepotente, un tema che attraversa trasversalmente i racconti: le radici.
Le pagine cullano e custodiscono l’appartenenza a luoghi geografici parte integrante della personalità delle autrici e dei loro scritti. A farla da padrone è il mare, un elemento che ricorre come imprescindibile genius loci. Dal mare venne Ulisse, nel mare vivono le sirene, luogo e sentimento che esercita fascinazione in chi parte e in chi resta, è il salmastro che – come seconda pelle – avvolge quante/i nascono su un’isola e nelle città di mare e di costa. Il blu può essere limite o opportunità, confine o inizio ma, sempre, porta con sé genti, pensieri, idee, culture, emozioni e possibilità di cambiamento e rinascita.
Il mare non lo si può spiegare, ma raccontare sì ed è quel che le autrici fanno, ognuna con la propria cifra stilistica, tutte loro ci raccontano il proprio mare e la propria terra. Il libro è arricchito dalle delicate illustrazioni di Stefania Onidi e dalla profonda e rivelatrice prefazione di Grazia Pulvirenti: «Tutto era incominciato dal caos e, nella narrazione di storie, miti e leggende, il caos viene attraversato e diviene ordo, ove sognare una primigenia condizione di armonia con gli dei, prima di quella rottura, di quella ferita inferta alla totalità dell’esistente dell’uomo…».
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IL LIBRO
A cura di Sara Emanuela Cacioppo, Giovanna Di Marco e Ivana Margarese, I miti allo specchio. Riscritture femminili liberamente ispirate al mito, Mimesis editore
Pagine 153
euro 12

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