«Basta che lei si metta a gridare in faccia a tutti la verità. Nessuno ci crede, e tutti la prendono per pazza!». Luigi Pirandello  nella commedia “Il berretto a sonagli” con questa frase sintetizza l’onestà intellettuale che produce etichette confezionate da una società disperatamente in cerca di menzogne per coprire il vuoto su cui è costruita. Considerando, spesso,  visionario chi  vorrebbe riportare alla luce del giorno i fatti  così  come si sono realmente svolti. Visioni reali diremmo, bocciate dal conformismo e dall’ipocrisia, spesso emarginate nell’oscurità dei manicomi, soppressi in Italia nel 1978 con la legge Basaglia.
E alle follie dell’immaginario la giovane giornalista e scrittrice napoletana Anna Marchitelli  dedica il libro edito da Neri Pozza Tredici canti (12+1) ispirato da altrettante autobiografie di celebri pazienti dell’ex ospedale psichiatrico come il matematico Renato Caccioppoli, il primo pentito di camorra Gennaro Abbatemaggio, l’anarchica Clotilde Peani e il giovane ribelle Emilio Caporali, ma anche  di persone meno note come il pensatore Luigi Martinotti tanto caro a Benedetto Croce.
Austero come una fortezza, la struttura ottocentesca del Bianchi,  a Calata Capodichino, custodisce un archivio di ben 60mila cartelle cliniche di pazienti rinchiusi tra le sue mura e tra quelle del precedente manicomio provinciale creato nel 1874 nel complesso di San Francesco di Sales. E’ questa la fonte della memoria da cui ha attinto l’autrice.
«Dietro questi tredici casi esemplari – spiega– scorre l’Umanitá con la sua angoscia di vivere e la Storia con i suoi eterni cicli: è insita nell’uomo la paura del diverso, il rintracciare il nemico in chi ha qualcosa che si differenzia dalla massa, prima lo era chi parlava di armonia universale, o di energia nucleare, o chi chiedeva giustizia contro una politica arrivista; oggi diversi, e dunque da mettere al bando, sono i rom, gli zingari, gli immigrati ai quali chiudiamo le porte e i porti. Tredici canti un viaggio dalle tenebre verso la luce della verità, ho voluto portare un po’ di luce lì dove ha regnato il buio: il buio della morte e della tortura, il buio della ragione, il buio dell’umanità spaventata dall’altro uguale e diverso».

Qui sopra, la copertina del libro. In alto, una scena dal film di Mario Martone, "Morte di un matematico napoletano" sulla vita di Renato Caccioppoli
Qui sopra, la copertina del libro. In alto, una scena dal film di Mario Martone, “Morte di un matematico napoletano” sulla vita di Renato Caccioppoli


Anna Marchitelli lo presenta sabato 15 settembre, alle 18, alla libreria Iocisto del Vomero (in via Cimarosa 20). Durante l’incontro saranno proiettati documenti e lettere da cui nasce l’idea del volume. Con le loro letture, Lucio Allocca, Ettore Nigro e Teresa Raiano offriranno ai lettori un assaggio delle pagine in cui emergono disagio e sofferenza.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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