«Maestro, posso venire da lei per un’intervista?». «Un’intervista? Bene, ma perché non la facciamo per telefono?», mi risponde Peppe Barra (foto). «Perché per telefono non la so fare». Racconto l’episodio a una mia amica, Paola Pozzi, un architetto: «Sai Paola, vorrei fare un’intervista-ritratto a Peppe Barra. Vado da lui. Per conoscere una persona bisogna vedere la sua casa».
«Peppe? Lo conosco benissimo e la sua casa la ho ristrutturata io. Verrò con te. Gli facciamo una sorpresa».
«Dimmi, che tipo è fuori dal teatro?».
«E’ una persona molto colta, buona, socievole e generosa. Quando ci frequentavamo assiduamente, c’erano sempre molte persone alla sua tavola, a pranzo e a cena. A me sembrava che ne approfittassero. Lui è una persona di cuore».
E che sente molto l’amicizia. Lo testimonia il calore con il quale accoglie la mia amica. C’è intesa tra loro. E non si incontravano da anni.
La bella casa di Peppe Barra ne rispecchia il carattere. E’ ampia, aperta e guarda Napoli. Lui la ama, ci sta bene. E’ il suo ritratto. Vi si esprime un amante della natura, del teatro, delle culture di altri paesi. E di Napoli. Personaggio dalla fama internazionale, ne rappresenta l’anima nel mondo. Eppure è nato a Roma. Ma da genitori napoletani.- racconta- Anche loro artisti.
Quando si dice dei geni ereditari. Infatti, del teatro è stato innamorato da bambino. Da quando è stato a scuola- si racconta- da Zietta Liù. Ma la sua vera maestra è stata sua madre, la grande Concetta. Che era nata a Procida, dove ora c’è una strada a lei dedicata, nel rione di Terra Murata. Con lei Peppe ha lavorato a teatro, anche ne La Nuova Compagnia di Canto Popolare, ne La gatta Cenerentola di Roberto De Simone, nella Compagnia Peppe e Concetta.
Noto che, ogni volta che si accenna a sua madre, Peppe cambia volto. Sente, dopo più di venti anni, ancora forte il ricordo, ancora forte il dolore per la sua scomparsa. Gli chiedo da quale suo lavoro teatrale si sia sentito più rappresentato. «Con La Gatta Cenerentola ho avuto successo in tutto il mondo. Ma sempre, in quello che faccio, do tutto me stesso».
Chiedo il suo autorevole parere sulla contaminazione della musica popolare napoletana. «Certo- mi risponde- Renato Carosone è stato grande ma ancora di più lo è stato Pino Daniele».
Poi gli domando dei suoi rapporti con i colleghi. Vorrei avere, da un esperto come lui, un panorama attuale dell’ambiente musicale e teatrale napoletano. Ma non ci riesco. Lui accenna soltanto alla sua stima per Edoardo Bennato. Si ombra, sospetta, a torto, che io ami il gossip. E’ sensibilissimo, orgoglioso. Riservato, dignitoso,  forse addirittura timido. Qualità, queste ultime, oggi non molto diffuse.  Prova ne è che, pur essendo un estimatore di Renato Cappuccio, il direttore artistico del Napoli Teatro Festival, che considera una manifestazione interessante, non si propone e, di conseguenza, non vi partecipa. Ha tenuto delle lezioni per alcuni Master alla Federico II. Ma non ha una sua scuola di teatro. Ed è un peccato. Ma forse (è una notizia in anteprima) fra non molto nascerà la Scuola di teatro Peppe Barra.
Paola gli domanda se ci sia un suo sogno nel cassetto, a quale rappresentazione teatrale vorrebbe partecipare. «Nel cassetto c’è Il sogno di una notte di mezza estate», risponde.
 A Midsummer Night’s dream di William Shakespeare, nata nel 1615, è ancora attuale. In quattro secoli ha avuto diverse versioni e rimaneggiamenti. E’ stata dramma, musical, commedia, film. Vorrei sapere da Peppe del perché di questa sua preferenza e quale versione ami di più. Vorrei fargli tante altre domande.
Ma capisco che ora lui ha fretta, deve andare alle prove del suo nuovo spettacolo. Che farà a Capodimonte,  dove già il direttore Sylvain Bellenger lo ha voluto come direttore artistico di quel primo Festival della musica popolare del Sud Italia, che ha avuto tanto successo nei giorni scorsi. Ora Barra porterà un concerto-spettacolo tutto suo, intitolato Cammina, cammina, nel Belvedere davanti alla Reggia/Museo borbonica. Spazierà dalle più antiche canzoni del suo repertorio a quelle di Pino Daniele ed Enzo Gragnaniello da lui rivisitate. Così, dalle 21 di sabato prossimo, 14 luglio, il giorno della conquista della Bastiglia, Barra conquisterà il pubblico con il calore e la magia di quella sua bravura scenica che attrae, cattura e profondamente emoziona.
IL CONCERTO
Sarà completamente gratuito, come tutti quelli delle domeniche del Luglio Musicale a Capodimonte, che è giunto alla terza edizione, ripristinando una iniziativa del compianto sovrintendente Raffaello Causa.
E’ promosso dal Museo e Real Bosco di Capodimonte ed è organizzato da Ravi Class Eventi, con il sostegno di Rossopomodoro, che sarà presente con il suo forno per le pizze. L’ingresso sarà solo da Porta Grande, la porta verso i Ponti Rossi, perché Porta Piccola attualmente è chiusa per lavori.

 

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