Se si accerta che una cosa, qualsiasi cosa, faccia bene non è necessario che questa venga imposta, verrà accettata di per sé. Questo principio, semplice quanto rivoluzionario, sembrerebbe non valere nelle intenzioni del decreto-legge sulle vaccinazioni obbligatorie, a firma della Ministra della Salute – Beatrice Lorenzin.
Nel dettaglio, salgono a 12 i vaccini obbligatori cui i bambini dovranno essere sottoposti, con dirette conseguenze, in mancanza, sull’accesso alla scuola dell’obbligo.
La fascia prescolare, se non in regola con il certificato vaccinale, non potrà essere iscritta. Dai 6 anni in poi, in caso di minore non vaccinato, la scuola ha l’obbligo di riferire alla Asl, che, a sua volta, in caso di mancato adempimento dell’obbligo entro i termini assegnati, comminerà le sanzioni, da 500,00 a 7.500,00 euro, nonché la segnalazione al Tribunale dei minori per la sospensione della potestà genitoriale.
Un principio giuridico assurdo. Uno strumento di controllo, quest’ultimo, che responsabilizza un soggetto terzo (il capo della scuola), che non ha nessuna competenza medica né tantomeno  titolarità al controllo della dichiarazione sanitaria di un genitore e che mette in campo una serie di nuove incombenze in un settore già tanto gravato quale quello della scuola.
Senza contare il regime classista delle sanzioni, che consentirà di fare obiezione attiva solo ai genitori più abbienti e il conflitto con il diritto allo studio, in evidente fumus di incostituzionalità.
Da diverse parti d’Italia le famiglie sono scese in strada per protestare contro l’obbligo vaccinale, e rivendicare la libera scelta. A fianco di queste anche alcuni noti professionisti in campo medico, che reclamano la inesistenza di condizioni epidemiche tali da indurre alla promulgazione di un decreto legge. La protesta si allarga e cortei pacifici e fiaccolate si susseguono ovunque.
A ciò fa eco il clima di caccia alle streghe, che ha visto già radiati dall’ordine di appartenenza più di un professionista solo per aver espresso perplessità sui vaccini, mentre il Governo consente che un dirigente del ministero della Salute firmi atti pubblici sui vaccini sedendo al contempo nel Cda di uno dei maggiori produttori di vaccino esavalente venduto in Italia e cioè la Fondazione Glaxo, come denunciato dal Codacons.
Il ministro Lorenzin, nella relazione di presentazione al decreto-legge, definisce “ideologici o religiosi” i motivi alla base dei movimenti di opposizione alle vaccinazioni. Può darsi, ma imporre qualcosa per legge in un ambito dove non vi è evidenza scientifica, ma solo un principio di (presunta) cautela, tale coercizione sicuramente è più vicina ad un orientamento, un credo, un precetto, un assunto dottrinale. Insomma, questo è di sicuro un principio “ideologico o religioso”.
Ideologico è chi non spiega, chi non produce prove, chi non sceglie una politica sanitaria fondata sull’adesione informata e partecipata, chi spaventa, chi divide, chi esclude le famiglie dal processo decisionale.
Non sembra che il Ministro Lorenzin prima di confezionare il decreto-legge abbia presidiato un Comitato nazionale con rappresentanti di medici di diversi orientamenti culturali e famiglie, di studi scientifici indipendenti, non risulta che abbia esibito dati, cifre; insomma, non ha prodotto nessun convincimento, ha solo escluso ed omesso.
Non si è neppure informata dell’opinione prevalente, se non schiacciante, degli Stati membri dell’UE, dove le vaccinazioni sono solo consigliate e non “imposte”.
Mentre viene da sé interrogarsi sul perché dovranno essere sottoposti a vaccino i soli minori, quando la maggior parte della popolazione è ben oltre l’età vaccinale e, non facendo i richiami, non è immune. Come non è immune il personale, gli addetti alla scuola, alle palestre, il personale sanitario e tutti coloro che hanno normalmente a che fare con la fascia d’età in questione.
Inoltre, dal momento che la norma (L. 210/92) stabilisce un risarcimento per i danni indotti dalle vaccinazioni, riconoscendo implicitamente l’esistenza di soggetti danneggiati, viene da se pretendere che se c’è un rischio deve esserci libera scelta.
Di fatto una giurisprudenza consolidata ha già stabilito che l’inadempienza alle vaccinazioni non può configurare violazione dei doveri genitoriali. I giudici sono molto più avanti del legislatore.
Associazioni e comitati contro le vaccinazioni obbligatorie pretendono di mettere sullo stesso piano  il rischio del danno e la libertà di scelta. Governo e Parlamento si devono prodigare per bilanciare i due interessi, non possono scegliere a vantaggio dell’uno o dell’altro. Nessuna mamma o genitore al mondo permetterebbe consapevolmente di compromettere la salute del proprio bambino.
In foto, fiale di vaccino

 

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