Tutti i luoghi che fanno corona alla costiera di Napoli, di Sorrento, di Amalfi hanno la loro storia e le loro caratteristiche. Gli aggettivi che li riguardano sono espressioni di quella Bellezza che è stata loro donata da un Dio generoso e che essi diffondono a quanti vi passano e poi vi ritornano, e a volte vi si stabiliscono divenendone cittadini dell’anima.
Sorrento, legata al mare da discese tra vegetazione e  scogli, è nella sua zona centrale quasi una città ricca di un’edilizia raffinata e di un artigianato prezioso che ne indica l’appartenenza a quella categoria di luoghi turistici destinati ad accogliere visitatori esigenti e consumisticamente evoluti.
Segno identitario di Sorrento non è solo una Bellezza tutta particolare che la differenzia dalle altre cittadine della costiera, ma una qualità che le è pari: la gentilezza, termine che va letto non come corollario ma come qualità primaria che di quel dono di appartenenza potenzia il fascino.
Termine ormai desueto la gentilezza, fatta di quella grazia, quella finezza, quella gratuità del dare che va perdendosi nel corso delle generazioni. Ne fa parte l’educazione come la generosità, l’intelligenza di non confondere il servile col rispettoso e di non poggiare sulla supponenza e sulla presunzione la propria ipotetica superiorità , di aver appreso quanto sia determinante per un buon fine la comprensione dei ruoli e la dignità di riconoscersi nell’altro che, in quel momento, ha bisogno di te.
Ebbene, tutto questo non è facilmente riscontrabile nei rapporti a due e particolarmente, per venire al nostro tema, in ristoranti, bar, alberghi e pensioni dove i due ruoli, quello di chi dà e quello di chi chiede, sono a volte grottescamente fraintesi.
A queste constatazioni ci ha spinto il nostro soggiorno presso un Relais a Marina di Puolo che, tra agrumeti, ulivi e la ricca vegetazione tipica della zona mediterranea, ricorda una di quelle antiche case dipinte di rosa delle canzoni, affacciata su un mare dove storia e leggenda s’intrecciano come di solito fanno da queste parti.

Marina di puolo| ilmondodisuk.com
Nella pagina, le foto scattate da Maria Regina De Luca a Marina di Puolo

Napoli ha avuto, tra i suoi requisiti di nascita, una posizione geografica e una genealogia che ne arricchiscono lo spessore storico e, contemporaneamente, costituiscono un peso difficile da reggere con dignità, ossia salvando almeno il proprio rango di grande città-regina.
Questo non proprio dolce peso tuttavia si alleggerisce notevolmente nelle cittadine che abitano il prolungamento della sua costiera.
Anche  la storia di Sorrento è quella di Napoli, ma a Sorrento la regina Giovanna, che ha dato il suo nome a questo mare da lei prescelto per i suoi svaghi, se pure si è permessa qualche liberalità, non ha esercitato  il suo mestiere spesso pericoloso per la città, per lei stessa e per quanti ne venivano a contatto come ha fatto nella capitale dove è diventare una doppia leggenda.
A Napoli le regine Giovanna sono state due, ma il popolo e la leggenda le hanno fuse in un unico personaggio, ma con le stesse tendenze in alcuni modi di vivere.
Se una di esse si permetteva le sue licenze amorose a Palazzo  Donn’Anna dove il mare serviva da alcova e da tomba qui a Puolo, nelle limpide acque prospicienti il nostro Relais che, come questo mare, da lei prende il nome, fu  la d’Angiò, la prima Regina Giovanna di Napoli che, nei decenni tra il Trecento e il Quattrocento, si dedicò ai suoi amori risolvendo l’eventuale rischio che durassero troppo nel modo drastico che tutti sanno.marina-di-puolo-tre
Questa è solo una piccola parte della storia di questi luoghi che conservano la freschezza agreste dei secoli scorsi, ma sono riusciti a mettersi al passo con i tempi sotto tutti i punti di vista, da quello artistico a quello commerciale e turistico, raggiungendo livelli altissimi nelle diverse scale dei valori che si stilano periodicamente per monitorare il grado di sviluppo e di civiltà di un luogo.marina-di-puolo-4
In un qualsiasi “altrove”, sarebbe difficile trovare un’accoglienza che coniuga la bellezza con la gentilezza da parte di chi lavora duramente l’intera giornata per rendere sempre più accogliente la sua ospitalità.  Come con restare affascinati quando ci si vede presentare, ancor vivido di rugiada, il cibo prodotto da questi orti  che figurerà nel menù della sera? Come non restare stupiti di fronte all’immancabile regalo, limoni di quelli che i poeti hanno considerati degni del Paradiso, nelle eleganti buste di cartoncino del Relais?
Ogni ora del giorno, ogni sua fase, viene vissuta al nostro Relais come uno di quelle soste durante le quali raccogliere le idee migliori e rifocillare mente, corpo e cuore a questa limpidezza, a questa grazia, a questa gentilezza di cuore che non passa inosservata.
Si desidererebbe che quest’angolo di Sorrento gentile divenisse una zattera tra cielo e mare o un tappeto volante, dove riprendere confidenza col più prezioso dei sentimenti che possa vivificare nell’uomo la consapevolezza di essere tale. un sentimento leggero come l’aria e prezioso come l’amore: l’ineffabile, tenera, divina gentilezza dei rapporti tra gli uomini, difficile da trovare ormai anche nei rapporti d’amore.

 

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