Arriva al Museo e Real Bosco di Capodimonte una nuova mostra. Gli Spagnoli a Napoli. Il Rinascimento meridionale a cura di Riccardo Naldi docente di Storia dell’arte moderna all’Università L’Orientale di Napoli e Andrea Zezza, professore di Storia dell’arte moderna all’Università della Campania “Luigi Vanvitelli”.
Il progetto è realizzato in partenariato con il Museo Nacional del Prado, dove una prima versione della mostra è stata inaugurata con successo il 18 ottobre proponendo il titolo Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento.
Un occasione per riportare a Napoli dopo 400 anni la Madonna del pesce dipinta da Raffaello. L’opera (nella foto di copertina), destinata alla cappella della famiglia del Doce in San Domenico Maggiore a Napoli, divenne un punto di riferimento fondamentale per gli artisti attivi a Napoli durante il Cinquecento. Furono i governanti spagnoli a trasferirla nella loro capitale intorno alla metà del Seicento.
La mostra è dedicata a uno dei momenti più ricchi e meno conosciuti della civiltà artistica napoletana: il trentennio (1503-1532 circa). È il periodo che, sotto il profilo politico, vide l’estinguersi della dinastia aragonese, con il passaggio del Regno di Napoli sotto il dominio della Corona di Spagna; sotto il profilo culturale, il raggiungimento dell’apice della sua grande stagione umanistica, con il passaggio di consegne da Giovan Gioviano Pontano a Iacopo Sannazaro.
Le novità artistiche elaborate in quegli anni da Leonardo, Michelangelo e Raffaello furono reinterpretate in modo originale in una Napoli ancora molto viva, per la quale la perdita della funzione di capitale autonoma non costituì un ostacolo allo sviluppo culturale, ma, al contrario, contribuì alla definizione di un nuovo ruolo di trasmissione della cultura rinascimentale tra le due sponde del Mediterraneo.
La mostra propone un’ampia rassegna di opere eseguite da alcuni dei principali artisti spagnoli attivi in quegli anni a Napoli, quali Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, Alonso Berruguete. In Italia espressero sprigionarono una straordinaria originalità divenendo i protagonisti di una stagione artistica della Napoli di primo Cinquecento, sostenuta dal mecenatismo degli Ordini religiosi e dell’aristocrazia, desiderosa di lasciare una traccia indelebile della propria grandezza.
Tornati in patria, gli spagnoli si fecero ambasciatori di una particolare declinazione della cultura figurativa dell’alto Rinascimento, sostenuta da inventiva e capacità tecniche straordinarie, cui il passaggio della Spagna all’interno della compagine imperiale di Carlo V diede un respiro europeo.
La mostra concentra l’attenzione su questa breve ma felicissima stagione, ponendo nel giusto rilievo l’altissima qualità delle opere e il loro carattere cosmopolita. Questa età dell’oro venne improvvisamente spezzata dal durissimo assedio francese del 1528 e dalla grave crisi politica che ne derivò.
La differenza principale tra la mostra di Napoli rispetto a quella di Madrid è il forte legame con il territorio: molte delle opere degli artisti del periodo sono presenti nelle chiese cittadine, in particolare a San Giovanni a Carbonara, nel complesso conventuale di San Severino e Sossio e anche a San Giacomo degli Spagnoli, simbolo della presenza politica e culturale della Spagna a Napoli, ovvero proprio l’oggetto della mostra.
L’iniziativa è finanziata grazie al progetto POC Capodimonte. Le rotte dell’arte della Regione Campania, ha il patrocinio del Comune di Napoli e la Gesac main sponsor, supportata, infine, dall’associazione Amici di Capodimonte
Per saperne di più
Museo e Real Bosco di Capodimonte, via Miano 2 – Napoli
Sala Causa – tutti i giorni (mercoledì giorno di chiusura), dalle ore 10.00 alle ore 17.30 (ultimo ingresso ore 17.00)
Biglietto
intero: 15 euro
ridotto young (18-25 anni): 2 euro
gratuito (0-18 anni) e possessori Artecard
info e prenotazioni:
848 800 288
da cellulare e dall’estero: 06 39967050 / www.coopculture.it
prenotazioni tramite app Capodimonte su App store e Google store
tel. + 39 0817499130
mu-cap.accoglienza.capodimonte@cultura.gov.it
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Museo e Real Bosco di Capodimonte/ Spaniards in Naples. Southern Renaissance: the Madonna of the Fish painted by Raphael returns after 400 years

A new exhibition arrives at the Museo e Real Bosco di Capodimonte. Spaniards in Naples. The Southern Renaissance curated by Riccardo Naldi professor of history of modern art at L’Orientale University in Naples and Andrea Zezza, professor of history of modern art at the University of Campania “Luigi Vanvitelli.”
The project is being carried out in partnership with the Museo Nacional del Prado, where a first version of the exhibition successfully opened on Oct. 18th proposing the title Otro Renacimiento. Artistas españoles en Nápoles al comienzos del Cinquecento.
An opportunity to bring back to Naples after 400 years the Madonna of the Fish painted by Raphael. The work, which was destined to the chapel of the Doce family in San Domenico Maggiore in Naples, became a key reference point for artists active in Naples during the sixteenth century. It was the Spanish governors who transferred it to their capital around the mid-17th century.
The exhibition is dedicated to one of the richest and least known moments of Neapolitan artistic civilization: the Thirty Years (c. 1503-1532). This is the period that, in political terms, saw the extinction of the Aragonese dynasty, with the passage of the Kingdom of Naples under the domination of the Spanish Crown; in cultural terms, the reaching of the peak of its great humanistic season, with the handover from Giovan Gioviano Pontano to Iacopo Sannazaro.
The artistic innovations elaborated in those years by Leonardo, Michelangelo and Raphael were reinterpreted in an original way in a Naples that was still very much alive, for which the loss of its function as an autonomous capital was not an obstacle to cultural development but, on the contrary, contributed to the definition of a new role in the transmission of Renaissance culture between the two shores of the Mediterranean.
The exhibition offers an extensive view of works executed by some of the leading Spanish artists active in Naples in those years, such as Pedro Fernández, Bartolomé Ordóñez, Diego de Siloe, Pedro Machuca, and Alonso Berruguete. In Italy they expressed unleashed an extraordinary originality, becoming the protagonists of an artistic season in early 16th-century Naples, supported by the patronage of religious orders and the aristocracy, eager to leave an indelible trace of their greatness.
Back in their homeland, the Spanish made themselves ambassadors of a particular declination of the figurative culture of the High Renaissance, sustained by extraordinary inventiveness and technical skills, to which Spain’s passage within the imperial structure of Charles V gave a European breath.
The exhibition focuses attention on this brief but felicitous season, placing proper emphasis on the very high quality of the works and their cosmopolitan character. This golden age was suddenly broken by the extremely harsh French siege of 1528 and the serious political crisis that ensued.
The main difference between the exhibition in Naples compared to the one in Madrid is the strong connection with the territory: many of the works by the artists of the period are to be found in the city’s churches, particularly in San Giovanni a Carbonara, in the convent complex of San Severino and Sossio, and also in San Giacomo degli Spagnoli, a symbol of Spain’s political and cultural presence in Naples, i.e., the very subject of the exhibition.
The initiative is financed thanks to the POC Capodimonte project. Le rotte dell’arte of the Campania Region, has the patronage of the City of Naples and Gesac main sponsor, supported, finally, by the association Amici di Capodimonte

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