Ritals (italiani), di  Mario Gelardi, trae spunto da un episodio realmente accaduto. Il 7 gennaio 1970 sui quotidiani di Palermo, apparve un annuncio: “Il rappresentante della ditta Brunner di Zurigo, cerca muratori da assumere, i candidati devono presentarsi alle 17.30 presso la sala d’attesa della seconda classe della stazione cittadina. Dopo una selezione, i prescelti partiranno per la Svizzera a spese della ditta”.
La vicenda viene intercettata da alcuni giornalisti che, con una telecamera chiusa in valigia, filmano tutto. Il testo teatrale si fonda, quindi,  sulle informazioni diffuse dai documentari realizzati da Alvaro Bizzarri, ma nella trasposizione drammaturgica di Gelardi la vicenda si svolge il 20 luglio 1969 , il giorno dello sbarco dell’uomo sulla luna.
Quindi, mentre il mondo segue l’evento con apprensione e coinvolgimento,  in una piccola stazione, uomini provenienti da mezza Italia stanno per affrontare il loro Grande Salto. Molto interessante il modo in cui Gelardi riproduce la rappresentazione di un momento di passaggio epocale, la fine degli anni ’60 con il suo carico di costumi, mentalità ed aspettative, episodi simbolici come L’Uomo sulla Luna, per farne un affresco di vicende umane individuali ma non per questo meno significative.
E così queste vicende, queste singole esistenze in attesa di dignità, s’intrecciano e s’incontrano in questo Non Luogo costituito dalla sala d’attesa, in un tempo che potrebbe essere anche l’oggi, dove Il Grande Salto è il desiderio di chi arriva dall’Africa  sui barconi e magari trova la Morte, carne umana che anela ad avere una vita migliore, dignità, semplicemente un’ opportunità.
Lo stesso desiderio che muoveva i  Ritals, termine dell’argot popolare francese  per  indicare in maniera dispregiativa proprio gli operai immigrati in massa in Francia, Belgio e Svizzera dopo la seconda guerra mondiale.
In scena i giovani attori del Nuovo Teatro Sanità, Ciro Burzo (Dario), Riccardo Ciccarelli (Toni), Michele Danubio (Carmine), Antonio Della Croce (Stefano), Annalisa Direttore (Teresa), Irene Grasso (Viola), Nicola Orefice (Nicola), Alessandro Palladino (Lucio), Fabio Rossi (Nello) offrono prove attoriali interessanti e a tratti commoventi.
Agostino Chiummariello, nel ruolo di Luigi, padre conservatore e spaventato di un figlio intellettuale e scalpitante rispetto al mondo in cui vive, si conferma attore solido e di grande esperienza rendendo il conflitto Padre – Figlio una delle metafore più riuscite dell’operazione drammaturgica.

 

In scena per l’Osservatorio del Napoli Teatro Festival Italia
RITALS (italiani) di Mario Gelardi
Cortile delle Carrozze di Palazzo Reale
16 giugno ore 22
Con Ciro Burzo (Dario), Agostino Chiummariello (Luigi), Riccardo Ciccarelli (Toni), Michele Danubio (Carmine), Antonio Della Croce (Stefano), Annalisa Direttore (Teresa), Irene Grasso (Viola), Nicola Orefice (Nicola), Alessandro Palladino (Lucio), Fabio Rossi (Nello); gli elementi scenici sono curati da Armando Alovisi; i costumi sono di Alessandra Gaudioso; le luci di Paco Summonte e Alessandro Messina.

 

 

 

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