C’è una memoria ricca, piena di rimembranze, di accaduti che sono riflessi nell’anima e nello stesso tempo una memoria di dolenze, in questa profonda e avvolgente raccolta di poesie dal titolo Ma sempre ti perdo, mia vita (Fara editore pgg. 88, euro 11,50, in foto la copertina) della scrittrice e giornalista romana Maria Di Lorenzo, che ha al suo attivo una quindicina di libri compresi nei generi narrativa, poesia e saggistica, la maggior parte dei quali tradotti in varie lingue (inglese, portoghese, polacco, turco, ceco, sloveno), collaborazioni per vari quotidiani, la RAI, direttore del magazine culturale sul web In Purissimo Azzurro, ideatrice e curatrice del lit-blog Flannery, dedicato alle donne che scrivono.
Una raccolta che, a nostro avviso, è quasi una summa del variegato mondo poetico e ispirativo della scrittrice, una prova di conclamata maturit  di poeta, divisa in 6 capitoli In doppia immagine, Effimera, I nomi dell’assenza, Anima Mundi, Tra i vivi, Fuoco incrociato, all’interno dei quali si dispiegano versi che raccontano sentimenti, memorie, luoghi, amicizie, momenti di vita o accadimenti lontani scanditi dall’orologio della Storia, il tutto pervaso dall’alta spiritualit  dell’autrice, dal suo sentire che guarda oltre, che "vede" nel profondo.
«Nominare le cose. scrive, tra l’altro, Simona Lo Iacono nella prefazione al volume Ridirle per trovare in esse una consistenza diversa dalla realt . Come se dotate di parola cominciassero a esistere nuovamente perchè convocate, invitate. Un atto sacro e da superstiti, la poesia, da scartati dal mondo. O da persone cui il mondo, cos come appare, non basta. E, in effetti, il poeta è spesso santo, pazzo, maliardo».
E la sacralit  di cui si parla nella prefazione, aleggia in tutte le liriche della Di Lorenzo, nel suo maneggiare con rispetto e amore la materia della poesia che diventa attraverso le sue parole forma viva e nello stesso tempo strumento evocativo del tempo, dei giorni trascorsi, della vita

"L’ombra più della luce
seduce la giovinezza
e i sensi incanta […]"

o ancora

"Quel gruppo assorto
sul precipizio del tempo
ritorna adesso alle risacche
del cuore, riverbero
d’infanzia pietrificata […]"

Oppure quando il suo linguaggio poetico s’inoltra sui sentieri della Storia e si trasforma in poesia "civile"

"Gli uccelli dalle
piume d’acciaio sganciavano ordigni
di morte sulla citt 
dei vivi […]"

ma sempre con un profondo senso dell’universalit  degli accadimenti personali che diventano accadimenti di tutti, perch il linguaggio poetico, la sua particolare struttura ci conduce per mano attraverso l’essenza di ciò che siamo, di ciò che può accaderci o è gi  accaduto e vive profondo nelle nostre radici.
La poesia non ha finzioni, n offre spiegazioni o ragioni, ma ci istiga ad attraversamenti che portano a noi stessi, appunto, a perlustrarci nell’intimo e spesso a salvarci dall’indifferenza del quotidiano.

E in questo Maria Di Lorenzo è maestra, nella sua alta spiritualit  si diceva che è grande impostazione della sua vita,
nel suo essere presente annotando con umana consapevolezza la sua esistenza, nelle certezze e nei dubbi, in una costante ricerca di territori in cui s’incrociano amore, bellezza, arte, amicizia.
Linguaggi di alta e finissima poesia, quelli che Maria trasmette attraverso i suoi versi, immagini vivide che concreta con i suoi scritti e un grande cuore che parla agli altri e degli altri ne diventa scudo perfetto. Una poesia che d  il senso della vita.

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