In un appassionante viaggio ai confini del sé, la scrittrice, Imma Vittozzi, nel suo secondo lavoro: “Luna” (Amazon, pagine 157, euro 10,40), ci trasporta al centro della psiche di Luca, alla ricerca di un’identità in parte smarrita.
È questo il filo conduttore dell’intrigante volume che tiene il lettore ancorato alla narrazione fino alla fine del viaggio intrapreso dal protagonista per dare la “caccia” a un importante pezzo da museo, un quadro di Paul Gauguin: “Danzatrici al chiaro di luna”, meta : l’isola di Santo Domingo.
Con maestria, l’autrice dipinge il ritratto dei personaggi , mentre il filo si dipana, il racconto si intensifica di spunti interessanti in un susseguirsi di eventi, e il lettore è pervaso dai suoni di allegre note sparse, i cui continui riferimenti gli faranno raggiungere, nelle ultime righe del delizioso pamphlet, una meravigliosa ritrovata melodia che sfiora e accompagna le movenze delle danzatrici raffigurate.
Tra le accattivanti pagine del romanzo, ricco di fascino, sono descritte con tocco disinvolto, anche l’insofferenza e la fastidiosa inquietudine che trasportano Luca “dall’altra parte del mondo”. Viaggio che lo allontanerà dall’io, per la conoscenza del sé, che costituisce il vero serbatoio da cui la nostra mente continua a attingere.
Un io pienamente appagato da traguardi raggiunti nel campo del lavoro e dai tanti successi riconosciuti e vissuti in una Milano nervosa e amata. Unica apparente ragione per cui il protagonista parte alla ricerca di un nuovo pezzo -un quadro che nessuno aveva mai visto- è l’ennesimo traguardo che gli avrebbe portato ancora più notorietà e nuova testimonianza della sua bravura da esibire continuamente per dimostrare a tutti le sue capacità, soprattutto al padre che, non più presente, continua a soppesarlo.
Tutto ciò che Luca aveva raggiunto, aveva però significato non lasciare spazio alle amicizie, ai sentimenti, lo aveva relegato in una solitudine dell’animo. Era cresciuto con poco amore e molti agi, non era capace di trasmettere i suoi sentimenti pur continuando a mantenere la purezza di spirito.
L’autrice lo evidenzia con acutezza in alcuni passi iniziali: dinanzi a Luna, picchiata dal marito, Luca: «le chiese se aveva bisogno di qualcosa, e se in qualche modo poteva essere utile, e decise che era arrivato il momento di andarsene…non era compito suo…».
E, ancora: «Capì che era arrivato il momento di pensare a quello che doveva fare. Doveva prendere la sua strada… alla ricerca di quell’uomo…» continua a raccontare Vittozzi.
Poi, nel giovane rapporto di sana amicizia con Lorenzo, sottolinea che Luca si fida di lui ma solo in parte, quando gli racconta : una “mezza verità” sul motivo del suo viaggio sull’isola.
Abituato a vivere senza sentirsi mai protetto dal padre, ma solo giudicato, Luca in “Luna” è l’uomo dell’apparenza, l’uomo come tanti, inizialmente in bilico tra l’unica realtà che conosce e la ricerca di un distacco da essa, di un volo.
È tra le righe del viaggio, nella splendida isola di Santo Domingo, molto ben tratteggiata in queste pagine, che trasuda tutto il suo tormento: Luca vive in : «un piccolo terremoto sensoriale che non lasciava spazio al riposo…». e , a contatto con quella natura dirompente, che plasma pensieri e stati d’animo, pagina dopo pagina, si trova, dapprima, dinanzi all’incomprensibile senso della sua vita, in un vortice che lo attanaglia.
Fino a scoprire l’altra parte, l’oltre, l’essenza dell’uomo che la scrittrice magistralmente mostra, racconta e fa coincidere con il raggiungimento della felicità collettiva.
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