La platea del Teatro San Carlo affollata per ascoltare Zubin Metha che parla del prossimo spettacolo “Tristano e Isotta”, in programma dal 22 febbraio al 5 marzo e del concerto la Terza Sinfonia di Mahler dal prossimo 27 al 1 marzo. Poche parole sulle due opere che diriger  ma si sofferma molto sulla crisi della cultura in Italia. «Non è cambiato niente dal 2010 quando lanciai l’allarme sulle poche risorse alla cultura dal palco del Teatro Carlo Felice di Genova. Cambiano i governi, promettono meno tasse e meno tagli, ma poi non fanno niente. Monti avrebbe potuto risolvere il problema ma è durato poco. Conosco Renzi, so che ama il teatro e la musica e spero che faccia qualcosa. In America la cultura è sostenuta dai privati che possono detrarre dalle tasse i loro finanziamenti. Nessun ministro raccomanda un nipote o un amico».
Ricorda il suo arrivo a Napoli nel 1954 con la nave da Bombay. «Appena sbarcato giunsi in questo luogo di cui ignoravo il nome. Non mi fecero entrare. Aspettai la fine del recital di Rubinstein. Entrai e vidi la sala vuota col pianoforte. Non avevo mai visto un teatro».

Zubin è di Mumbai. Ha studiato da ragazzo con il padre Mehli, violinista e direttore d’orchestra, poi a Vienna («Citt  in cui mi sento a casa») e poi all’Accademia Chigiana di Siena. Vive da 35 anni in America e dirige l’orchestra di New York. E’ stato spesso in Italia in particolare a Firenze per il Maggio fiorentino.
Ha gi  diretto l’orchestra del San Carlo nel 2008 in piazza Plebiscito. All’et  di 78 anni appare gioioso come un fanciullo di poter essere ospite in quel primo teatro visto vuoto da giovane. «Sono contento di vedervi in tanti in questo Teatro. Vi aspetto. Ho trovato i musicisti gi  preparati che mi hanno reso più facile il mio compito. I protagonisti sono artisti che gi  conosco. Da domani saremo in grado di provare il terzo atto. Il mare è il protagonista dell’opera che fonde passato, il XII secolo e il futuro. Wagner anticipa le tragedie del Novecento come Verdi. La sua Aida è una cattedrale del pensiero e della cultura dell’umanit ».
Isotta è Violetta Urmana, Trosten Kerl interpreta Tristano e Stephen Milling Re Marke. Regia di Luis Pasqual. All’incontro ha partecipato Caroline Lang, regista della ripresa televisiva. Alessandro Barbano, direttore del “Mattino” gli ha posto le domande alle quali spesso Mehta ha dovuto far ricorso all’arguzia per rispondere con molto garbo e ironia. “Wagner si innamora della moglie di anni 23 di un commerciante. Lei quante volte si è innamorato?” «Picasso per ogni donna che amava era indotto a cambiare colore». “Tra i tanti tenori che ha diretto chi ritiene il migliore?”. «Offenderei gli altri. I cantanti non sono solo i tenori. Sono ugualmente bravi soprani, bassi, baritoni, mezzosoprano, contralti». “Lei è un direttore di fama planetaria”. «Dirigo con la stessa passione degli altri e come loro cerco di portare in scena autori meno noti per far conoscere altre opere ugualmente prestigiose».
Una strana domanda a un uomo indiano. “Mahler giunto a Vienna si converte al cattolicesimo. Qual è il suo rapporto con la religione cristiana?” «Si converte per poter dirigere la Filarmonica in una nazione molto cattolica. Ignoro i suoi sentimenti religiosi».
Mehta ha affascinato il pubblico con la sua semplicit , col suo impegno politico a favore della cultura italiana, con gli elogi a Napoli, al Teatro San Carlo e alla sua Orchestra e Coro.

Per saperne di più
www.teatrosancarlo.it

Nella foto in alto, Zubin Metha con Barbano e Caroline Lang sul palco del San Carlo. In basso, il direttore d’orchestra in uno scatto di Marco Brescia

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