Khải Ngọc Vũ, il ballerino vietnamita protagonista, entra nell’arena del museo nazionale ferroviario di Pietrarsa cogliendo il pubblico alle spalle. Non vuole essere un agguato ma un gesto studiato per accompagnare i presenti a passo di danza nella monumentale installazione ideata da Ismael Ivo, coreografo brasiliano che ha scelto il Napoli Teatro Festival per la prima mondiale del suo “Mishima the garden of forbidden dreams”.
Gli occhi si poggiano su un palco ricoperto di riso, su cui si succedono i danzatori della “compagnia arabesque/les danseurs napolitains” che costruiscono dei veri e propri quadri in movimento con continui richiami alla tradizione nipponica. E tutto sembrerebbe suggerire che lo spettacolo si svolga in Giappone, se non fosse per la naturale scenografia offerta dal golfo di Napoli alle spalle del palcoscenico. Questa installazione è frutto di un’esperienza sinestetica il coreografo infatti confessa che Mishima non vuole essere semplicemente un omaggio alla vita del noto scrittore giapponese, ma uno studio concettuale sul corpo, con l’obiettivo di rinnovare le percezioni. Ecco perch ad accompagnare il preludio del danzatore Khải Ngọc Vũ, c’è la voce di Angela Luglio accompagnata dal violino di Federica Severini sulle musiche di Arvo Part e dei Kodò nella cornice del tramonto di Pietrarsa.
Ispirandosi all’agire ossessivo di Yukio Mishima, i danzatori ripropongono veri e propri quadri in movimento in cui corrono, si fermano e cadono. Rialzandosi ogni volta e ripetendo all’infinito la sequenza. L’obiettivo è proprio quello di creare un nuovo concetto di estetica e di interrogarsi sul senso della bellezza, che come Mishima stesso affermava “è qualcosa che brucia le mani quando la tocchi”.
Il rituale che l’installazione ricostruisce è in realt  quello del Seppuku, suicidio samurai che differisce solo etimologicamente dal più noto Harakiri se quest’ultimo è utilizzato nella tradizione orale, quella scritta prevede il Seppuku. E proprio come Pasolini, Genet e Artaud anche Mishima ha cercato ossessivamente un modo per rendere la propria arte un documento della propria esistenza, trovandolo nella scrittura. Il giardino ricreato dalla compagnia in scena è proprio quello dei sogni proibiti e di un progetto che sembrava proibitivo, ma che grazie alla sapiente regia di Ismael Ivo conduce gli spettatori verso il finale aperto sulle note della poesia musicata da Wagner “Traume”.
Sullo sfondo ad accompagnare il momento finale del Seppuku, le luci del golfo di Napoli ormai avvolto nella notte. Ismael Ivo delinea un percorso che grazie alla suggestiva cornice scelta, diventa riconciliante e catartico. Il viaggio che invece Pietrarsa regala agli spettatori è talmente suggestivo da far perdonare qualche leggera sbavatura della compagnia in scena, e basta a premiare le scelte coraggiose del direttore artistico Luca De Fusco e dello staff del Napoli Teatro Festival.

La compagnia arabesque/les danseurs napolitans è composta da Gabriel Beddoes, Francesco Saverio Cavaliere, Roberta De Rosa, Martina Fasano, Giacomo Luci, Giuseppe Paolicelli, Stefano Roveda, Marianna Russo, Valentina Schisa, Elisabetta Violante.

STASERA

Ore 20.00
CIRCO EQUESTRE SGUEGLIA
TEATRO SAN FERDINANDO
Ore 20.15
VERTIGO 20
Piatrarsa

Per saperne di più
www.napoliteatrofestival.it

In foto, due sequenze dell’installazione e Ismael Ivo

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