Quando si fa una ricognizione storica spesso ci si emoziona. Siamo ai primi del trecento quando il re Roberto D’Angiò dona un Palazzo, sito in via Carbonara, a Landolfo Caracciolo. Successivamente, nel 1584, su quello stesso Palazzo, fu eretto, dai principi Caracciolo di Santobono, un edificio con una funzione strategica, doveva infatti servire per la difesa della città.
Il Palazzo fu legato alla storia di Masaniello e in seguito subì un saccheggio. Sul finire del ‘600 fu restaurato e divenne la sede di importanti collezioni di dipinti. I vari e successivi interventi di restauro dell’edificio non hanno mai perso di vista la struttura originaria trecentesca fino a oggi che ospita un albergo.
 Entriamo a Palazzo, bastano pochi cenni storici per farci provare rispetto per il luogo che ci accoglie, il piperno poi ci colloca precisamente nella nostra città. Bello il colpo d’occhio arrivando nel cortile predisposto per la sfilata di “Accessori di moda made in Naples”. L’Istituto Isabella D’Este – Caracciolo di Napoli, guidato da Giovanna Scala, porta, con la sfilata, il suo contributo nell’ambito del progetto “Coordinamento Urbact, Useact” del Comune di Napoli, in   collaborazione con il comitato “I Carbonari”, nella persona del coordinatore, Franco Rotella, art director e responsabile del progetto.
Il Comune mette in campo la collaborazione del graphic designer Tina Esposito di “I love Porta Capuana”. Obiettivo:la riqualificazione della zona tra via Cirillo, via Carbonara, via A. Poerio e Porta Capuana. La scuola apre le porte e invita i suoi studenti a lasciarsi contaminare dall’architettura del complesso di Santa Caterina a Formiello.
La chiesa, adiacente a Porta Capuana e a Castel Capuano, offre tanti spunti interessanti per gli studenti che,  con i segni estrapolati dall’architettura in questione, creeranno prodotti. Come nel caso dell’allieva Roberta Mennella, il segno assunto richiama alla memoria la logica di un’onda, per arrivare al concetto del mare così presente in tutti noi napoletani; o come nel caso dell’allievo Roberto Palumbo che intercetta un fregio riconducibile alle lavorazioni del ferro battuto appartenuto al passato artigianale partenopeo.
Danno il via alla serata i saluti della dirigente, Giovanna Scala, seguiti dalle parole dell’assessore ai Giovani, Alessandra Clemente. Clemente mette in evidenza la passione, l’amore e la professionalità con cui lo staff dell’istituto ha sviluppato l’ideazione, la progettazione e la realizzazione del progetto in questione.

Palazzo Caracciolo | ilmondodisuk.com
Un altro momento della serata a Palazzo Caracciolo

Se Napoli ha posto e pone degli ostacoli ai suoi giovani non ha però intaccato l’energia, la creatività tipicamente napoletana. Ritiene, l’assessore, che impegni di questo tipo rappresentano per i nostri ragazzi una vera anticamorra sociale e si dichiara convinta che l’area in questione, e non solo, trova il suo riscatto nella cultura.
Ed eccoli finalmente gli studenti, tutti di nero vestiti, per mettere il più possibile in evidenza, la creazione da mostrare. Zaini, borse, collane, spilloni, bracciali, cappelli e stole dai colori vivaci sono gli accessori moda e tutte le creazioni portano un simbolo di cultura ed energia rigorosamente made in Naples.
Ancora una volta l’arte incontra la moda e il messaggio viene posto con eleganza e raffinatezza dagli studenti che sfilano accompagnati da buona musica di sottofondo e dagli applausi, tanti, del numeroso pubblico presente. Visibilmente soddisfatti i partecipanti a vario titolo alla realizzazione della manifestazione che vengono chiamati dalla dirigente per la foto di rito e lei saluta tutti dicendo:«Questo è l’Istituto D’Este Caracciolo».
La torta costruita con i colori dell’Istituto raduna i presenti in un momento di convivialità prima dell’arrivederci. Da domani si volta pagina, ed è subito un nuovo impegno.

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