Con la voce magica di Noa si è aperta la quinta edizione del Napoli Teatro Festival, all’insegna della multiculturalit  e del dialogo tra popoli e culture lontane, eppure cos vicine. Noa è artista completa, canta, suona le percussioni con maestria, usa la voce come strumento alla maniera di Cathy Berberian, incanta con le mescolanze di stili e suoni diversi. L’anteprima sancarliana del più importante festival teatrale in regione è stata funestata da un fastidioso difetto dell’amplificazione, che- cosa ancor più grave- non è stato neppure corretto nel corso della serata.
La regina della world music ha presentato il suo ultimo disco “Noapolis”, che rappresenta un omaggio alla canzone napoletana. Focus della edizione 2012 del festival è Israele non sono mancate incursioni nella musica yiddish, nella musica yemenita, nel sonorit  americane. “Era de maggio”, “Tammurriata nera”, “I’ te vurria vasa’” e l’immancabile tema de “La vita è bella” si sono succeduti in cento minuti entusiasmanti, in cui il pubblico è stato letteralmente rapito dalla voce di Noa, magistralmente accompagnata da Gil Dor e dal Solis String Quartet, formazione ormai consolidata e affiatatissima con la cantante.
Ironia, verve, passione, brio sono alcune delle mille espressioni di un’artista che è apparsa nel pieno delle sue capacit  artistiche. Solare e affascinante, delicata e graziosa, ha saputo cogliere l’anima dei napoletani, mescolando felicit  nostalgia impeto rassegnazione drammi e leggerezza. Del resto quando viveva nel Bronx, ha lavorato in una pizzeria napoletana, dove evidentemente ha compreso bene la complessit  di Partenope, tutta sospesa tra caos e bellezza, sull’orlo del baratro, ma sempre pronta a risorgere.

Nella foto, la cantante israeliana Noa

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