Riceviamo e volentieri pubblichiamo da Renato Aiello,  giornalista pubblicista e fotografo freelance
Dopo i tanti premi ricevuti grazie a “La smorfia”,
corto interpretato da un superlativo Gianfelice Imparato, non a caso premiato al Napoli Film Festival 2015, il regista Emanuele Palamara per “Uomo in mare” (foto) si affida a un altro straordinario attore campano, Marco D’Amore, reduce dal successo della serie televisiva “Gomorra”.
L’opera, in concorso all’ultimo Social World Film Festival di Vico Equense (23-30 luglio 2017) nella sezione corti giudicata dalla giuria ragazzi, narra la storia di Marco, testimone di giustizia, che è costretto a pagare le conseguenze di una scelta giusta ma sofferta. Lui e la sua famiglia sono obbligati a vivere nell’ombra, tra la minaccia dei carnefici e la mancanza di protezione da parte dello Stato, mentre sui coniugi incombe lo spettro di una separazione e di una crisi sempre più acuta.
Sullo sfondo si staglia il racconto visivo di Matteo, il figlio di Marco, che come tutti i bambini gioca e immagina un mondo tutto suo nella sua stanza. Il suo sogno è quello di salvare un soldatino che sta annegando in un mare creato con un pezzo di stoffa azzurra, come solitamente fanno i più piccoli quando accendono la fantasia.
L’unica speranza per aiutare l’uomo in mare è un elicottero giocattolo che il bambino chiede fiduciosamente al padre, e che la camera inquadra fin dall’inizio nel negozio, sottolineando tra carrelli e inquadrature sempre più strette sul volto del papà, il tormento e la tensione interiore del capofamiglia. Marco fa di tutto per realizzare quel desiderio, scontrandosi ripetutamente con sua moglie e, soprattutto, con la sua coscienza di testimone combattuto.
Oltre a Marco D’Amore, nel cast ci sono anche Antonio Sepe, Lavinia Guglielman e Fabio Balsamo dei The Jackal. Emanuele Palamara gira il suo terzo cortometraggio dopo una lunga gavetta da assistente alla regia. Il film, prodotto dalla Bro Company e CinemaFiction Napoli e distribuito dalla EleNfanT Distribution di Bologna, già in concorso a Roma per il Riff Rome Independent Film Festival nella National Short Competition e presentato anche alla Fabrique du Cinema che premia e promuove i giovani cineasti, vede un inaspettato e quasi irriconoscibile Marco D’Amore, lo spietato Ciro l’’immortale di “Gomorra La Serie”, vestire i panni di un testimone giudiziario. Proprio lui, quel Ciro Highlander abituato a altri abiti di scena, più oscuri e corrotti, da boss rampante e spietato di Secondigliano.
                                                                                              Renato Aiello

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