Inquietudini della mente, di quelle feconde e inesauribili che hanno bisogno di placarsi e trovare sollievo nei differenti linguaggi della creatività. Desassossego è il titolo della mostra personale di Aulo Pedicini, a cura di Loredana Troise, in mostra negli spazi di Castel dell’Ovo fino al 3 luglio. Un viaggio lungo decenni di produzione artistica, raccogliendo, spulciando e selezionando lavori inediti tra migliaia. Se è ben noto al pubblico dell’arte contemporanea la cifra stilistica che incide notevolmente sulla produzione scultorea di Pedicini, non tutti conoscono il suo percorso alternativo, un’intensità comunicativa espressa per il tramite della pittura, del disegno e dell’incisione.

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«Il titolo dell’evento, Desassossego – spiega l’artista -è tratto dal Il libro dell’inquietitudine, di Fernando Pessoa, un autore, insieme con Pablo Neruda a me tanto caro. Arte e poesia si contendono le mie attenzioni, si abbracciano in una danza che scandisce i tempi della mia vita».
Una produzione fresca, vibrante, che sembra non avvisare il peso dell’incedere del tempo. Non ci sono sedimentazioni piuttosto ricorrenze, come l’allusione al nido, al mondo arcaico, la centralità della figura femminile. Di sublime bellezza alcune xilografie realizzate incidendo la superficie lignea con un robusto pettine, inchiostrate e stampate a mano, senza l’uso del Torchio.

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«Carattere vibrante, indole riservata, pittore della dell’ immaginazione feconda, Aulo Pedicini  – spiega la curatrice Loredana Troise – è un sensibile e audace artista, la cui poetica, oscillante fra memoria e innovazione, ben si confronta con i suoi soggetti privilegiati. Ritratti, nature morte, visioni di paesaggi, vedute di luoghi frequentati nei numerosi viaggi – sempre accompagnati dai suoi preziosi taccuini – evidenziano la sua attenzione verso l’ebbrezza del saper fare con la forza della contemplazione, in un’estrema autonomia di stile, sottolineando l’indole magica di certi interventi del gesto, del segno e della materia».

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L’artista. Aulo Pedicini vive e lavora a Napoli. Fra il 1966 e il 1970 insegna Scultura e successivamente Figura e Ornato Modellato. Negli anni Settanta partecipa alla Quadriennale di Roma, alla Biennale di Venezia, al Festival Dada di Los Angeles esprimendosi con performance di grande impatto, come quelle realizzate nel 1975 presso l’Ospedale Psichiatrico di Napoli (Il Malato) e nel 1976 a piazza San Marco a Venezia. Col tempo l’artista si misura con sculture in bronzo di grandi dimensioni, che vanno dai riferimenti classici alle atmosfere surrealiste, caratterizzate per la centralità attribuita al volto e al corpo femminile. Parallelamente, Pedicini avvia una raffinata produzione incisoria che, come quella pittorica, è varia e prolifica.

In occasione della mostra sarà pubblicato il libro-catalogo edito da PIESSE – Grafica & stampa, con testi dell’artista, della curatrice Loredana Troise, di Francisco Garcia Martin, Manuela Giangrande Batul, Rolando Giannetti, Gilda Luongo, Federico Sanguineti, Mimma Sardella, Lucilla Stellato ed una poesia di Eugenio Miccini dedicata ad Aulo Pedicini.
In foto, l’autore e alcuni scorci della mostra

Desassossego
Castel dell’Ovo – Napoli
fino al 3 luglio 2018
Orari: dal lunedì al sabato ore 10:30 – 13:30 / 15:00 – 17:30
Festivi: ore 10:30 – 14:00

 

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