In Temple Grounds è il titolo dell’esposizione inaugurata il 16 novembre negli spazi della Galleria Alfonso Artiaco, la celebre galleria napoletana di Piazzetta Nilo.
In mostra le opere dell’artista britannico Darren Almond, nato a Wigan nel 1971, che nel suo lavoro abitualmente utilizza media differenti: la fotografia, la pittura, la scultura ed il video. Almond è giunto ormai alla sua quinta personale in Galleria, nella sua carriera ha esposto in tutto il mondo ed ha anche partecipato a numerose mostre collettive, tra queste tantissime Biennali d’arte.
Nel 2005 è stato nominato per il Turner Prize, un premio annuale di arte contemporanea dedicato al pittore e incisore inglese William Turner (ricordato tra coloro che posero le basi per l’Impressionismo) e riservato a artisti britannici al di sotto dei 50 anni di età, sicuramente il premio artistico più prestigioso del Regno Unito.

Darren-Almond-treNella mostra della Galleria Alfonso Artiaco troviamo esposte nuove opere di Almond, dipinti e sculture, attraverso cui l’artista propone al pubblico una sua riflessione sul ridimensionamento dell’infinito in relazione alla mente del singolo individuo. In Temple Grounds tiene insieme due tipologie di opere, Counter Paintings e Divided Icon, due sezioni della mostra apparentemente contrapposte fra loro.
Le Counter Paintings sono opere pittoriche policrome e multi-pannello, osservandole risulta inevitabile pensare a una dimensione scientifica che ha influito sulla loro realizzazione, determinanti sono infatti le suggestioni provenienti dalla matematica, dalla geometria e dalla geografia astronomica.

Darren Almond e le sue "creature" artistiche
Darren Almond e le sue “creature” artistiche

Nei grandi pannelli coesistono stasi e movimento, regole e libertà: una rigida griglia sembra costringere frammenti di numeri che non mostrano alcuna regolarità, sia nel colore che nella disposizione, l’impressione è quella di una rete che si sforza di contenere l’incontenibile.
Insieme al disegno e alla pittura, Almond utilizza superfici metalliche, applicando sulle sue opere rame, argento o oro ottiene opere sensibili alla luce e riflettenti. Ciò che risulta è un’opera mutevole, capace di cambiare il proprio aspetto anche durante una sola visita, magari prolungata, varia il modo in cui reagisce alla luce, può risultare accecante o spenta, estremamente luminosa oppure opaca.
Contrapposti alle Counter Paintings troviamo, invece, le Divided Icon, non opere dinamiche ma statiche, non numeri sparsi ma solo l’immagine dello zero, diviso in due. Questo numero è in effetti unico nel suo genere, per alcuni significa il niente o il nulla, precede semplicemente il numero uno, la minima condizione di presenza, per altri, invece, è una forma che porta in sé l’interezza, è chiuso, completo, è totalità.
Darren Almond con la mostra In Temple Grounds riflette sul tempo, sul suo incessante scorrere e sulla percezione che ne ha ogni singolo individuo. È, in effetti, come pensare alla Storia, quella studiata sui manuali, quella dei grandi avvenimenti che hanno pian piano cambiato il mondo fino a renderlo che è oggi, arrivando a constatare, però, che la nostra Storia è l’insieme delle storie dei singoli uomini che l’hanno costruita, il ridimensionamento dell’infinito in relazione al singolo.
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La mostra resterà allestita fino al 4 gennaio 2020.

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