Come viene raccontata Napoli oggi sui media cartacei e digitali.? Se ne parla martedì 12 ottobre alle 10.30, nella Sala degli Angeli dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli: in primo piano, il giornalismo culturale. In particolare, com’è cambiato, prendendo spunto dal titolo Dalla “Francesca da Rimini” alle fiction. L’evoluzione del giornalismo culturale.
Il dibattito sarà ispirato dalla proiezione del cortometraggio “L’eterno”, omaggio al tenore napoletano Enrico Caruso, per la regia di Giovanni Pelliccia.
Interverranno: Luigi Vicinanza, presidente della fondazione Mav di Ercolano, Titta Fiore, presidente della Film Commission Campania, Alfredo d’Agnese, giornalista e critico musicale, Mirella Armiero, responsabile del settore cultura de “Il Corriere del Mezzogiorno”. L’incontro, organizzato dalla scuola di giornalismo di Napoli, sarà moderato dal direttore Marco Demarco.
A inventare la terza pagina fu Alberto Bergamini, Era il 10 dicembre 1901 e il direttore del Giornale d’Italia dedicò alla prima romana della “Francesca da Rimini” di Gabriele D’Annunzio un’intera pagina del suo giornale, la numero 3, che diventò, per antonomasia, quella della cultura.
La terza poi si dilata in altre colonne e nelle redazioni dei giornali collaboreranno anche scrittori, poeti, filosofi. A Napoli fu Il Mattino l’apripista, seguito poi dal Roma e dal Giornale di Napoli che, fondato negli anni ottanta, costruì un forte nucleo di collaboratori, dando la parola anche a molti intellettuali che per le loro idee forti e rivoluzionarie venivano considerati outsider e quindi emarginati dal pensiero comune. Tra loro, l’architetto triestino Nicola Pagliara, napoletano di adozione.
Negli anni Duemila, quotidiani prima caratterizzati da approfondimenti solo di cronaca, soprattutto nera, come LaVerità/Napolipiù, iniziavano a proporre inserti culturali, offrendo spazio a talenti artistici- scultori , pittori e fotografi- discriminati dalla politica regionale di quel periodo, concentrata sul mercato internazionale che produceva eventi/installazioni di piazza del Plebiscito.
Grazie a queste cronache culturali, emergeva la necessità di una svolta che superasse il provincialismo esterofilo, per valorizzare, invece, la creatività napoletana e campana.
E da allora, la cultura, anche nei giornali online, è diventata spesso una trincea per combattere i luoghi comuni che dipingevano Napoli come capitale del malaffare e della spazzatura. Anticipando così un’immagine variegata, ricca e affascinante che cattura sempre più turisti da tutto il mondo, grazie anche alla febbre letteraria suscitata dal bestseller “L’amica geniale”.
Oggi è sotto gli occhi di tutti una bella evidenza: la cultura può essere un volano dell’economia. E l’anima del turismo: lo dimostrano, per esempio, gli itinerari dedicati ai libri e alle fiction di successo. Grazie a giornaliste/i culturali che hanno avuto lo sguardo lungo, spesso schernite/i da chi non vedeva oltre il proprio naso.
In foto, Napoli notturna, foto di beboplu da Pixabay 

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