Il 17 luglio scorso il Consiglio dei ministri ha approvato un decreto legislativo per la “Istituzione del garante nazionale dei diritti delle persone con disabilità”, il cui compito principale è quello di promuovere e tutelare i diritti umani e contrastare i fenomeni di discriminazione.
L’organismo viene istituito per effetto dell’art. 33 della convenzione delle Nazioni Unite sui diritti delle persone con disabilità, approvata dall’Assemblea dell’ONU a dicembre del 2006.
In Italia oltre il 7% della popolazione presenta una disabilità fisica, psichica e/o sensoriale, ovvero circa 4,5 milioni di cittadini ai quali devono essere assicurati autonomia, uguaglianza e inclusione sociale. Non princìpi astratti ma godimento, pieno ed effettivo, di beni e servizi infungibili e costituzionalmente garantiti, quali: istruzione, sanità, trasporti, alloggi e tecnologie.
Il garante avrà funzioni di stimolo, di raccomandazione, di sensibilizzazione, di raccolta segnalazioni, ma non oltre. Non gli verrà attribuito alcun potere di coercizione e/o sanzionatorio verso chi va contro i princìpi stabiliti dalla Convenzione ONU.
Insomma, si passerebbe da un Ministero senza portafoglio, retto da Alessandra Locatelli, alla figura del garante. Un depotenziamento, di fatto, colto come tale da non poche associazioni nazionali per i diritti dei disabili.
Ma la cosa che lascia davvero basiti riguarda il fatto che la figura nazionale pensata entrerebbe in vigore solo nel 2025.
L’Italia, e la stessa UE, largamente deficitaria in materia di disabilità, recepisce la Convenzione ONU con oltre un decennio di ritardo, con un Governo, quello attuale, che confina la competenza prima ad un ministro senza portafoglio e, infine, prevede la sua funzionalità non prima di due anni. Una considerazione del tutto illusoria, quasi una presa in giro delle persone fragili.

  • Che possibilità ha di incidere nei progetti individuali di vita delle persone con disabilità un garante che non ordina, non decide e non può emettere sanzioni? Nessuna!
  • Per far rispettare una convenzione che assurge a diritto internazionale e per far adempiere alla legislazione italiana in materia, un garante può mai avere più poteri di un Ministro? Giammai!
  • Perché passare da un Ministro senza portafoglio a un istituto che diventa oneroso, di fatto, se non altro per il pagamento delle figure professionali che dovranno incarnarlo, a partire dal suo presidente (incompatibile con altre cariche pubbliche)? Carrozzone?
  • Infine , anche al netto di tutte queste contraddizioni, perché aspettare ancora altri due anni? Perdita di tempo? Il programma del centrodestra “Per l’Italia” alle elezioni politiche del 2022, formato da 15 punti, al punto n. 9 così titolava:” Stato sociale e sostegno ai bisognosi”. Sul punto in discussione si legge:” Potenziamento di politiche mirate alla piena presa in carico delle persone con disabilità, anche attraverso l’incremento delle relative risorse.”.
    Le risorse, purtroppo, non sono pervenute, visto che, come detto, il “Ministero per le disabilità” è senza portafoglio. Un enorme voltafaccia di questo governo, peraltro sulla pelle di persone meritevoli di rispetto istituzionale e di attenzioni di vita per la loro stessa sopravvivenza.
    Un discorso che richiederebbe ben altra dignità e considerazione sociale, altro che organismi vuoti e zero economie per gli scopi previsti da leggi e diritto internazionale. Si dovrebbe fare sul serio e con immediata tempistica. Non solo non lo si fa, ma si fa finta di farlo.
    Foto di Gordon Johnson da Pixabay

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