Ponticelli cintura verde per tutto l’arco orientale della città di Napoli. Era (e resta) uno dei migliori propositi di riqualificazione di un quartiere che ha perso vivibilità, unitarietà ed è stato “marchiato” da una “ideologia urbanistica” infarcita di propositi megastrutturali. Uno su tutti la viabilità, che ha accentuato la divisione tra parti di territorio, a tratti anche non comunicanti tra di loro.
Rivitalizzare queste porzioni con la cintura di verde prevista della variante orientale del Prg della città di Napoli può diventare una delle sfide più interessanti per questo quartiere.
A farsene carico vi è innanzitutto un gruppo di cittadini che ha creato uno spazio virtuale di circa 500 aderenti, destinato a crescere nei numeri e nella presenza organizzata, che rivendica l’intestazione sotto il nome di “Trentamila alberi a Ponticelli, quartiere di Napoli”. La pagina Facebook raccoglie l’esigenza di una community che vuole sensibilizzare i pubblici amministratori partenopei a combattere inquinamento ambientale, malattie polmonari e scorie di attività industriali dannose per la pubblica salute, innanzitutto attraverso gli alberi e l’ossigeno che questi rilasciano.
A lanciare il messaggio pubblico è stato Pasquale Esposito che, sin dagli anni ’90, suggerisce il recupero degli standard urbanistici relativamente al verde per tutto il quartiere (alberi, parchi, giardini).
Insomma, non un sogno ma l’attuazione di quanto espressamente previsto dalla variante orientale al Piano regolatore generale. Il quartiere più a oriente della città si predispone naturalmente ad assolvere alla funzione di corridoio ecologico e linea di verde pubblico.
Il tutto ruota sulla creazione di un grande parco urbano con dotazione di attrezzature, servizi e attività produttive. Una nuova centralità, dunque, capace di sovvertire il paradigma territoriale che ha voluto l’industria inquinante e a forte rischio di incidente rilevante, a scapito di salute, salubrità e valorizzazione degli elementi naturali del territorio.
L’ambiente e la qualità della vita del quartiere di Ponticelli si possono recuperare, si può riprendere quella disgregazione praticata attraverso interventi edilizi dissennati, senza una logica unitaria, ma urbanisticamente settaria, a sé stante, agendo per comparti stagno, capace di dividere la comunità dei viventi, senza guadagnarne in autonomia ed autosufficienza. 
Rivitalizzazione agricola, rimonta di casali, assi naturali e piccoli aggregati rurali (serre, orti), che resistono a fatica alla crescente voglia di urbanizzare e cementificare ulteriormente l’ambiente urbano, rappresentano gli ingredienti naturali al compimento di una strategia che metta al centro la vivibilità, il recupero del rapporto con il mare, il verde come scelta migliore per un vivere sano ed in armonia con la madre terra.
Può una nuova gerarchia del territorio partire dagli alberi e dal verde? Si, perché è una caratteristica naturale del quartiere, è previsto dalle regole urbanistico-edilizie, è una esigenza di vita ed un proposito di un gruppo di cittadini. Non sognatori ma menti pensanti, realisti e determinati a lasciare alle nuove generazioni un mondo migliore di quello attuale.
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Foto di un viale alberato in un contesto urbano da Pixabay che dimostra come sia possibile il verde in città

                                            

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