Storie familiari raccontate con la cura del “semplice”, con linguaggio “non ricercato”, capace di farsi comprendere, in grado di lasciarti trasportare dentro le mura domestiche, compenetrarsi nelle storie di questa sorta di famiglia allargata. Un romanzo noir quello di Elisa Minì – “Più di là che di qua” – edizione Ad est dell’Equatore, pagg. 236, 14 euro.
Il dubbio si insinua nella famiglia Bencini per la comparsa, al pianerottolo, della badante Svetlana, al servizio del badato signor Lelli. Un’aspirante vedova allegra, a detta di Franco Melandro.
Alla morte del signor Lelli viene fuori una lettera scritta da quest’ultimo alla moglie, morta anni prima. L’amarezza di un uomo solo che ripercorre una vita senza figli, con frustrazioni ma anche la soddisfazione di chi sa accontentarsi. Emerge un chiaroscuro della vita, con un finale comune a molte persone sole, ormai disilluse dall’esistenza ed, in questo caso, anche con l’inganno del parente.
Quando Nico porta a casa dei suoi la fidanzata, lei  viene “squadrata” in ogni lembo del suo essere. Il pettegolezzo e i facili giudizi, o pregiudizi, prendono il sopravvento. Intrighi, momenti di passione, cadute e ascese. Esattamente come la vita che scorre quotidianamente. Gioie e dolori raccontati alla vecchia maniera, lontano dai panni sporchi di internet e social network.
In foto, particolare della copertina

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