Cristiana Buccarelli è una scrittrice di Vibo Valentia e vive a Napoli dove svolge varie attività letterarie e culturali. È dottore di ricerca in Storia del diritto romano. Conduce annualmente laboratori e stage di scrittura narrativa. Nel 2015 ha pubblicato la raccolta di racconti “Gli spazi invisibili”, nel 2017 il romanzo “Il punto Zenit” e nel 2019 “Eco del Mediterraneo”. Tutti presentati in edizioni diverse all’interno del Festival di letteratura italiana Leggere&Scrivere.


Mercoledì 7 ottobre alle 17,30 presenterà alla libreria partenopea Iocisto del Vomero, in via Cimarosa n. 20 (Piazza Fuga) la raccolta ‘Sguardo, parola e mito’ (IOD edizioni 2020) da lei curata. L’affiancheranno Valeria Salvi e Gloria Vocaturo, con letture di Marcella Grimaldi, Maria Antonietta Mattei, Angela Fusco e Flaminia Castaldo. L’incontro sarà nel rispetto della normativa anti-Covid.
La raccolta “Sguardo, parola e mito” è uscita nel mese di giugno 2020 ed è un lavoro narrativo nato all’interno del laboratorio di scrittura “Lo sguardo e la parola” condotto dalla Buccarelli e con cui l’autrice inaugura la direzione di un’omonima collana all’interno della Iod edizioni.
Dice Buccarelli: «Il mito stesso nasce dalla parola, e la parola è mito, suggestione, visione. La parola è stata allenata all’interno del laboratorio con una particolare attenzione alla sua essenzialità e quindi alla sua visività e al suo valore evocativo».
Le autrici e allieve del laboratorio, che hanno partecipato alla raccolta con monologhi sul mito e racconti di vite immaginarie e di vite vissute, sono Donatella Abate, Flaminia Castaldo, Angela Fusco, Marcella Grimaldi, Maria Antonietta Mattei, Valeria Salvi e Gloria Vocaturo.
Aggiunge la curatrice: «Le autrici hanno scelto un personaggio, una divinità appartenente al mito greco e hanno affrontato un viaggio, correndo il rischio di toccare qualcosa nel fondo di loro stesse, qualcosa di radicato e d’inconscio: un’emozione vissuta moltissimo tempo fa, un ricordo evanescente, una suggestione, un’ebbrezza. In questo viaggio immaginario è comparso Ade, divinità senza tempio e senza culto, e l’Ade inteso come luogo degli Inferi in cui, secondo i poeti dell’antichità, sarebbero discesi dei e protagonisti del mito come Orfeo, Euridice, Ulisse, Persefone e Dioniso. C’è stato chi, attraverso un Ulisse simbolico, assetato di conoscenza, di sperimentazione di luoghi e di amori, ha percepito il possibile inganno del viaggio, ma anche il contatto con l’ignoto e il ritorno alla proprie radici più antiche e primordiali; chi ha intravisto nelle antiche dee mediterranee Circe e Calipso una natura al limite, cioè divina, ma sbilanciata verso il contatto con l’uomo e quindi ambivalente e terrestre; chi ha individuato in Euridice una scelta forte e decisa di restare negli Inferi, quanto quella del cantore e poeta Orfeo, nel suo voltarsi e poi risalire; chi ha individuato in Teti, madre del semidio Achille, le vere e proprie afflizioni di una madre terrestre; chi ha immaginato un Dioniso nel fulgore di quell’ebbrezza che fa parte, in maniera innocente e inconsapevole, di ogni giovinezza. C’è stato anche chi, tra le autrici, discorrendo del mito, lo ha trasposto nella nostra esperienza storica attuale – perché di storia si tratta – raccontando la quotidianità dei giorni di questa primavera dell’epidemia, trascorsi in casa in una forma di resilienza indimenticabile. Piccole storie molto intense che raccontano la paura, l’astrazione, la distopia, la santità, la corruzione, la mostruosità, la risoluzione, l’illusione, il disincanto, la salvezza e la necessità di un viaggio in verticale all’interno di sé stessi».
Una delle autrici, Valeria Salvi legge “La mia Circe”. «Un racconto – commenta – nato nel corso del laboratorio di scrittura e perfezionato durante il lockdown. Ho utilizzato la quarantena assorbendo proprio le parole che in quel momento erano più presenti nella mia coscienza e anche il richiamo all’invito a restare a casa. Quello tra Ulisse e Circe è per me un rapporto paritario. La mia Circe non è una maga cattiva che trasforma gli uomini in porci, ma una dottrice che cura attraverso le erbe».
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Se siete interessati, potete guardare il booktrailer con le autrici www.youtube.com/watch?time_continue=5&v=DVjeKpiL56g&feature=emb_logo

In alto, una foto tratta da Pixabay e sotto il titolo, un particolare della copertina

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