Le disobbedienti/Eleonora di Arborea, giudicessa e innovatrice del diritto. Nella Sardegna del Trecento

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La copia del libro che ho tra le mani è di quelle che divide gli animi: un libro è oggetto sacro da non sciupare oppure strumento da metabolizzare  – con annotazioni, sottolineature e post it – entrando in mondi descritti, per noi, da altri? Confesso che parecchi, tra gli abitanti della mia libreria, portano i segni, come me, di una vita vissuta.
Alcune pagine di quello, che tanto mi è piaciuto, dedicato a una donna di cui far conoscere la vita e la storia sono ondulate per effetto del sole che hanno patito mentre leggendo mi immergevo – in piena sintonia climatica – nella Sardegna del XIV secolo. 
Giornate di intensa calura estiva per domandarmi: da quando le donne amministrano la legge in Italia? Se pensiamo all’accesso alla carriera in magistratura la risposta è l’anno 1963, ma siamo proprio sicure/i che sia quella la data a cui far risalire la presenza di una donna nello scranno di giudice?
Per rispondere a questa domanda viene in soccorso il romanzo di Rita Coruzzi “ La Giudicessa. Storia di Eleonora di Arborea” dedicato alla storia di Eleonora, donna determinata e volitiva che nella seconda metà del Trecento amministrò il giudicato di Arborea, nella Sardegna centro occidentale.
L’autrice ce la racconta facendone ascoltare la voce, i sentimenti, i desideri, le difficoltà e le sfide. Divisa tra l’interesse per il ruolo di legislatore e giudice svolto dal padre  – che la ispirerà accendendone l’interesse per lo studio della legge – e il desiderio di legami affettivi e familiari persegue, con tenacia, i suoi obiettivi acquistando consapevolezza dei limiti degli esseri umani e del prezzo della politica quando si lotta per mantenere la propria autonomia dalle potenze straniere.
La straordinarietà della vita di Eleonora è legata al doppio ruolo che assunse, non solo amministratrice e dispensatrice di giustizia ma anche innovatrice del diritto attraverso la scrittura di una parte della Carta de Logu, il codice, introdotto dal padre Mariano e da lei innovato, che resterà in vigore fino al 1827.
La Carta, redatta in lingua locale per essere comprensibile a tutti, grazie a lei si arricchì di un corpus di norme,  tra queste vi furono quelle volte a riconoscere e tutelare i diritti delle donne rimaste in vigore per cinquecento anni. In una società – che per le donne non prevedeva un impegno nella sfera pubblica – Eleonora fu la prima e unica a svolgere il ruolo di legislatrice e giudice.
La sua è una storia da scoprire e far conoscere, un modello da indicare affinché sempre più si conoscano le tante donne che hanno ricoperto ruoli considerati di esclusivo appannaggio maschile aprendo la strada a tutte coloro che sarebbero venute dopo. Il romanzo affronta anche il tema della malattia e del timore della morte nella personale battaglia ingaggiata da Eleonora con quel “bubbone” che strappandole gli affetti la perseguita.
«Io, Eleonora di Arborea, mi autoproclamo giudicessa. Non sono né signora né sovrana, sono colei che tenterà di governare questa terra fino a quando le sarà concesso con giustizia e rettitudine”.». Non solo giudicessa ma anche attraverso una autoinvestitura. Storia di una giudicessa, una figlia, una sorella, una amica, una moglie, una madre. Una donna innovatrice che aprì nuove strade per sé e per le altre donne.
©Riproduzione riservata
IL LIBRO
Rita Coruzzi,
La Giudicessa. Storia di Eleonora di Arborea,
Piemme
pagine 361 euro 18,50

L’AUTRICE
Rita Coruzzi è nata il 2 giugno 1986 a Reggio Emilia, dove tuttora risiede. Affetta da tetraparesi, in conseguenza di un intervento chirurgico andato male, dall’età di dieci anni è sulla sedia a rotelle. Diplomatasi al liceo classico della sua città, ha conseguito la laurea triennale in Lettere e si è specializzata in giornalismo presso l’università di Parma. Della sua esistenza ha fatto una battaglia quotidiana per dimostrare che non ci si deve arrendere mai e che è sempre possibile trovare in sé la forza interiore per affrontare qualsiasi prova. Con Piemme ha pubblicato diversi libri dedicati alla sua storia e alla sua scelta di fede e Matilde, vincitore del Premio Internazionale Michelangelo Buonarroti, del Premio Internazionale Stefano Zangheri e del Premio Internazionale Città di Cattolica, e l’Eretica di Dio.

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