Jan Fabre torna a Napoli. In quattro luoghi d’arte della città: il Museo e Real Bosco di Capodimonte, la chiesa del Pio Monte della Misericordia, il Museo Madre e la galleria Studio Trisorio.

 Martedì 26 marzo 11.30 al Museo e Real Bosco di Capodimonte (secondo piano),  conferenza stampa con l’artista per presentare la mostra Oro Rosso. Sculture d’oro e corallo, disegni di sangue, curata da Stefano Causa con Blandine Gwizdala che s’inaugura sabato 30 marzo.
Un bus navetta  porterà, poi, i giornalisti allo Studio Trisorio (ore 11.30), al Pio Monte della Misericordia (ore 15.00) e infine al Museo Madre (ore 16.00).

 Al Museo e Real Bosco di Capodimonte, l’artista esporrà un gruppo di lavori in dialogo con una selezione speciale di opere d’arte provenienti dalla collezione permanente del museo e da altre istituzioni museali napoletane .

Protagonisti, sculture in oro e disegni di sangue creati dall’artista dagli anni Settanta ad oggi, oltre a una serie inedita e sorprendente di sculture in corallo rosso, realizzata appositamente per Capodimonte.

 Le opere di Fabre si confronteranno con alcuni capolavori pittorici e splendidi oggetti d’arte decorativa di epoca rinascimentale, manierista e barocca.
Spiega Causa: «Fabre racconta, in una lingua non troppo diversa, una vicenda di metamorfosi incessanti; di materiali che mutano destinazione e funzione; una storia di sangue e umori corporali, inganni e trappole del senso; pietre preziose, coralli e scarabei, usciti a pioggia dai residuati di una tomba egizia, frammenti di armature, sequenze di numeri e citazioni dalle Scritture, dentro un universo centrifugo di segni…che, talvolta, diventa un sottobosco nel quale calarsi con i pennellini di uno specialista fiammingo di nature morte ».

Le sculture dorate di Jan Fabre danno corpo prezioso alle idee dell’artista sulla creazione, sull’arte e sul suo rapporto con i grandi maestri del passato. Nei disegni di sangue si ritrovano invece le più profonde motivazioni dell’artista, le sue sperimentazioni, il suo manifesto poetico, fisico, intimo.

Dal 30 marzo, a cura di Melania Rossi, anche la scultura di Jan Fabre The man who bears the cross (L’uomo che sorregge la croce) (2015), nella chiesa del Pio Monte della Misericordia, in dialogo diretto con il capolavoro di Caravaggio Sette opere di Misericordia (1606-1607).

Realizzata completamente in cera, è un autoritratto dell’artista, basato sui tratti somatici dello zio Jaak Fabre, che tiene in bilico una croce di oltre due metri sul palmo della mano. Nel rituale auto-rappresentativo l’artista esce da sé stesso e diviene qualunque uomo, lo specchio di ognuno di noi.
Stessa data per il Museo regionale d’arte contemporanea Madre che propone l’anteprima della scultura L’uomo che misura le nuvole (2018), in un’inedita versione in marmo di Carrara nel cortile d’onore . Dopo la presentazione nel 2008 e nel 2017 della versione in bronzo della stessa scultura in Piazza del Plebiscito e sul terrazzo del museo, Fabrecelebra di nuovo la capacità di immaginare, sognare e conoscere, ergendosi oltre il nostro destino umano.
La galleria Studio Trisorio accoglierà, invece, dal 29 marzo  una selezione di opere di Jan Fabre realizzate con gusci di scarabei iridescenti. Tribute to Hieronymus Bosch in Congo (Omaggio a Hieronymus Bosch in Congo), a cura di Melania Rossi e Laura Trisorio. Grandi pannelli e sculture a mosaico che traggono linfa dalla triste e violenta storia della colonizzazione del Congo belga.
Così l’ispirazione storica si unisce alla simbologia medioevale tratta da uno dei più grandi maestri fiamminghi, Bosch, e in particolare dal suo capolavoro Il Giardino delle Delizie (1480-1490).
Nella foto, in alto, “Golden human brain with angel wings” (in mostra a Capodimonte)

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