Sonorit  poderose, echi di una vocalit  tutta napoletana eppure perfettamente inserita nell’impasto sonoro, una strumentazione variopinta: con le “Litanie per la scandalosa e la magnifica Inno a Iside”, Roberto De Simone ritorna al San Carlo, nella cornice del Napoli Teatro festival, per ricevere un meritato successo, con tanto di standing ovation di un pubblico numeroso e partecipe. Solida, solidissima la struttura di questo complesso lavoro che il grande musicista e musicologo ha voluto dedicare al mito di Maradona, si badi, non all’uomo, che neppure conosce bene, ma alla percezione che il popolo del Vesuvio ha avuto di quel virtuoso del pallone, che per diversi anni ha conquistato le simpatie dei napoletani, distraendoli dal male di vivere in questa disgraziata citt . «Maradona è stato informato di questo nostro omaggio – ha detto Quaglia – anzi dell’omaggio di Napoli e ha voluto ricambiare inviando un messaggio a quelli che per lungo tempo sono stati suoi concittadini. Il campione ha inviato un messaggio molto commosso e commovente che sar  proiettato a piazza del Plebiscito (domenica 6 giugno alle ore 22)». Questi i protagonisti della serata: direttore Pietro Mianiti, violino solista Edoardo Zosi, direttore del coro Salvatore Caputo, orchestra e coro del teatro di San Carlo, voci soliste Antonella Morea e Raffaello Converso, regia video Carlo Alvino, coregia video Marco Rossano, montaggio video Ntfi, produzione Napoli teatro festival Italia, in coproduzione con fondazione teatro di San Carlo. Tante le citazioni nella pagina di De Simone, da Orff a Stravinskij, a Prokofiev e si potrebbe continuare, ma mai, davvero mai il dialetto napoletano si è sposato a una musicalit  cos complessa come quella che è alla base dell’Inno, intrisa di sonorit  cilentane, irpine e vesuviane che si intrecciano con la tradizione sinfonica di marca novecentesca. Mentre scorrevano le immagini dei goal dell’argentino e dei suoi trionfi in citt , l’orchestra del Massimo nella prima parte eseguiva il Concerto per violino e orchestra n. 1 di Niccolò Paganini: facile l’accostamento dei due virtuosi quello del violino e quello del pallone- che ha avuto espressione nell’esecuzione dignitosa di Eduardo Zosi, ma torniamo al brano di De Simone, che di sicuro è stato un ottimo risultato per gli organizzatori del Napoli Teatro festival, che ha commissionato il pezzo.

Che molti del concerto di Paganini non si importassero molto era evidente, ma il teatro era pieno, come non si vedeva da tempo. E se per i monitoraggi di qualit  i numeri sono importanti, i numeri c’erano: un successo, quindi, un trionfo. singolare che per vedere un teatro lirico affollato si debbano proiettare i goal di Maradona, ma sappiamo bene quanti avrebbero ascoltato quel concerto di Paganini, se fosse stato proposto nella normale programmazione del teatro. Evidentemente, per far presa, bisogna fondere i linguaggi, gli stili, i codici. Chiamale, se vuoi, contaminazioni. Ma, se vuoi lasciarti andare, confessa di averle provate almeno per un po’ e chiamale emozioni.

Nelle foto, due momenti del concerto

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