Il Messico è stata la patria d’elezione dello scrittore colombiano Gabriel García Márquez, considerato uno degli esponenti più emblematici della corrente del realismo magico, insieme a Isabelle Allende, Julio Cortàzar e Jorge Luis Borges. Gianni Morelli si inserisce nel solco di questa affascinante tradizione letteraria con il suggestivo romanzo “Un Campari a Veracruz”, terzo volume della sua trilogia latinoamericana che comprende le opere, tradotte anche in spagnolo, “Amori, altopiani e macchine parlanti” (Garzanti, 2009) e “Rosso Avana” (ADV Publishing House, Lugano, 2017).
Il romanzo è ambientato in Messico, e principalmente nelle zone della Sierra Madre del sud, e risulta avere molte delle caratteristiche che rientrano nel genere del realismo magico: innanzitutto i personaggi e le ambientazioni sono fortemente verosimili – l’autore è infatti molto abile nel caratterizzarli con attenzione; allo stesso tempo, però, vi sono degli indizi, a volte anche molto velati, che fanno comprendere di trovarci di fronte a una storia che è solo il riflesso della realtà, seppur molto nitido.
Uno specchio senza aloni ma pur sempre una costruzione immaginifica, e in questo universo realisticamente onirico si muove il protagonista dell’opera, Yani, conquistato da una visione sfolgorante che non ha niente di concreto, pur essendolo. O forse ci troviamo davanti a un sogno ad occhi aperti, chi può dirlo? Lo stesso Yani è confuso: è davvero reale quella donna magnetica che ha attirato il suo sguardo e l’ha portato via con sé, sulla sua limousine bianca?
Il protagonista si innamora dopo pochi attimi, e da quel momento ha un pensiero fisso, una dolce ossessione: ritrovare la sua Regina azteca. Compirà un viaggio attraverso la Sierra Madre e le pianure dell’Istmo di Tehuantepec, che sarà sicuramente fisico ma anche mentale ed emotivo; parlerà con tante persone, con cui intratterrà conversazioni tra il serio e il faceto, e berrà al bar Mocambo ingenti quantità del suo famoso Campari – «Alla fine il Campari aiutava ad affrontare l’insicurezza e lo sgomento. E anche la felicità. E il dolore. Insomma la vita. Con l’eccezione della mia Regina che restava un’ombra solo mia, dietro le mille parole inutili del mondo».
E Yani continuerà a sognare la donna misteriosa con il suo cavallo bianco d’acciaio, e noi con lui: perché Gianni Morelli riesce a farci staccare dalla quotidianità, e immaginare un mondo lontano e magico dove le illusioni possono diventare realtà, o forse no. Ma in fondo che importa, se alla fine il viaggio è stato così piacevole? (Manuel Vittorioso)

Per saperne di più

www.giannimorelli.it
www.morellinieditore.it
Ibs

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