Sulla scia della polemica di fine anno per una legge di bilancio che di fatto esclude la cultura, ci prepariamo adun gennaio ricco di buoni motivi per andare al teatro.  Vediamo, quindi, cosa propongono alcuni dei teatri napoletani per ben cominciare il 2023.
Il Teatro di Napoli lascia spente le luci del Mercante per quasi tutto gennaio.I suoi fari si accenderanno su Cado sempre dalle Nuvole (18 – 29 gennaio) Di Mauro Gioia e con Claudia Gerini. L’ideatore di Lostland, un trip musicale nel sentire italo-americano, si incammina tra le canzoni di Pier Paolo Pasolini. I testi, profondi e drammatici, integrano perfettamente l’opera dell’intellettuale friulano restando nella memoria collettiva per capolavori come Che cosa sono le Nuvole.
Al Teatro San Ferdinando, si riprende sulla scia di Scalo Marittimo (foto di Carmine Luino) in sala fino al 6 gennaio, che lascia il palco a Italia Brasile 3 a 2 di Davide Enia, prodotto dal teatro Metastasio di Prato.  A quarant’anni dal mondiale di calcio del 1982 e a venti anni dal debutto di questa pièce, Enia ne mette in scena una rielaborazione che riflette su teatro, creazione di significati condivisi e memorie. Memorie legate ai molti che dopo venti anni  non ci sono più: da Rossi a Bearzot, da Socrates a Zio Beppe, tutti protagonisti di questo spettacolo sportivo dal sapore dolce amaro. 
Gaetano Cosìcomè (12-22 gennaio) va in scena sul palco del Ridotto ad opera del trio collaudato Salvatore Rizzo, Vincenzo Pirrotta (Regia) e Filippo Luna (in scena). Spettacolo centrato sull’identità e sulle identità, quella propria del protagonista e quelle che gli vengono contestate, associate, cucite addosso.  Un gioco di specchi e di solitudini a cui rispondere drasticamente: rifiutando di restare un minuto in più in panni non sentiti propri.
Chiude, al San Ferdinando, lo spettacolo di Valeria Perrella e Paolo Coletta, Il Segreto del Talento, le gazze ladre (26 gennaio-05 febbraio). Progetto di teatro musicale con quattro archi e due attrici. Sul palco Teresa Saponangelo (la mamma di È stata la Mano di Dio) e Elisabetta Valgoi (già premio UBU per miglior attrice non protagonista che nel 2001 era nel cast di Santa Maradona, ironia della sorte). Si tratta di un ode al talento teatrale (perduto), un testo inedito che alterna il napoletano e il veneziano, per secoli lingue di rappresentanza del teatro. 
Al teatro Bellini, gennaio inizia con Don Juan in Soho  che ci fa compagnia fino alla metà del mese per poi lasciare spazio a tre spettacoli di grandissimo interesse.
Thanks for Vaselina ( 17 gennaio – 22 gennaio), lo spettacolo di punta di Carrozzeria Orfeo, ritorna a dieci anni dal debutto con la sua carrellata di storie paradossali e al limite del rocambolesco. Storie di uomini sconfitti che contengono nella loro morale il valore aggiunto della conoscenza, antidoto contro la dispersione di senso nella vita di tutti i giorni. 
Dal 24 al 29 gennaio novanta minuti con Toni Servillo, che porta in scena Tre modi per non morire, scritto da Giuseppe Montesano. In una serata si intrecciano tre visioni di Montesano e dei suoi personaggi: Monsieur Baudelaire, quando finirà la notte? e la sua storia di lotta alla depressione e all’ingiustizia, Le voci di Dante e la forza salvifica della poesia, Il fuoco Sapiente, una promessa di futuro nella poetica filosofica dei greci. Uno spettacolo vivace, sulla linea dei lavori di Servillo degli ultimi anni, con al centro la bellezza come antidoto al pensiero paralizzante
Nell’ultimo giorno di gennaio, La Tempesta (31 gennaio – 05 febbraio 2023) nella versione di Alessandro Serra. Vincitore di prestigiosi premi e outsider del panorama teatrale italiano, in un omaggio al lavoro shakespeariano e alla sua capacità di condurci in dimensioni altre partendo dai puri mezzi del teatro. 
E da Shakespeare riparte anche , a gennaio inoltrato, Galleria Toledo. Anzi, da Shakespearology (20-21 gennaio)  one man show con Woody Neri. Si tratta di un’intervista allo Shakespeare amico, quello che si chiamerebbe dopo aver letto una sua opera, chiusa l’ultima pagina di un suo libro. Un incontro a tu per tu con una delle molte versioni possibili del grande poeta inglese.
Le relazioni pericolose (23-24 gennaio), si pone di mezzo proprio ai due pezzi d’ispirazione shakespeariana che il teatro di innovazione propone a inizio anno. Io sono. Solo. Amleto, è uno spettacolo totale, per contenuti e forme espressive, in cui Marco Cacciola anima i vari personaggi della tragedia spingendosi in riflessioni intorno alla vita, alle zone di confine nella quotidianità e nei linguaggi teatrali.
Intensissimo, infine, il programma per quanto riguarda la musica napoletana. L’anno del Trianon-Viviani si apre con un profluvio di suoni. Dopo il concerto di capodanno dei NCCP, la compagnia di canto popolare con più di cinquant’anni di attività e uno strepitoso successo internazionale, ieri quello a ingresso gratuito tenuto da Sanità Ensemble, l’orchestra di giovani del quartiere Sanità.
Il 6 una giornata intera dedicata alle marionette della famiglia Ferraiolo, mentre il 7 e l’8 Roberto Colella (La Maschera) con in duo femminile Federica di Vaio e Emilia Cannavale da  Athena Orchestra  si produrrà in uno spettacolo inedito.


Il 13 gennaio Flo porta in scena Brave Ragazze, spettacolo ispirato al suo album e in cui esplora alcune figure femminili cruciali per la cultura latina. 
Il 14 tocca ad Eugenio Finardi in Euphonia, una suite in divenire ispirata dal flusso musicale figlio della forte connessione creata con i musicisti Mirko Signorile e Raffaele Casarano. 
Il 15 gennaio Raffaello Converso fa rivivere la tradizione della musica d’opera da strada, tanto cara a illustri autori del passato e tradizione europea estinta. L’Opera da marciapiede, con orchestrazioni di Roberto de Simone, si pone come frammezzo tra la cultura musicale perduta e la falsa cultura globalizzata. 
Il 19 gennaio torna la Mille e una Napoli nel secondo appuntamento del ciclo di conferenze dedicato alla storia della musica napoletana, esplorata fino alle sue estreme conseguenze e al suo approfondimento internazionale. 
Dal 20 al 22 gennaio i Virtuosi di San Martino omaggiano Nino Taranto con lo spettacolo Nel nome di Ciccio, mentre nella data unica del 27 gennaio Roberto d’Alessandro porta, sul palco di Forcella, Pino Aprile e il suo best seller Terroni.Chiudono il mese Sepè Mokò di Daniele Sepe il 28 gennaio e la conferenza cantata Il suono della città di Marco Zurzolo, che con il suo sax ci condurrà in un excursus sull’importanza della musica napoletana nella nazione allargata del Mediterraneo.
Tradizione e riflessione, grandi protagonisti e grandi classici.
Il 2023 del teatro a Napoli raccoglie le ceneri di un anno di rivalsa ed è chiamato ad accoglierne le sfide.
Linguaggio artistico bistrattato in due anni di chiusura, lo spettacolo dal vivo riparte dalla centralità dell’intelletto contro l’abbrutimento del pensiero sterile. E ci auguriamo sia solo l’inizio.

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