«Un ringraziamento speciale va al direttore della casa circondariale di Napoli Poggioreale “Giuseppe Salvia” ma anche a tutte le maestranze, operatori, istitutrici, polizia penitenziaria, tutte le persone che hanno contribuito alla realizzazione per il sogno, di due ragazzi che sono pieni d’amore, l’unione civile tra A. e G. accogliendo, sostenendolo con la loro disponibilità e gentilezza».
Sono le parole che ho pronunciato come operatore del progetto culturale “Al di là del muro”. La funzione è stata emozionante, oltre ai testimoni,- la dottoressa Marina Scotti e io, -erano presenti la mamma, le sorelle e il cognato di A, tutti i lavoratori della casa circondariale (anche loro emozionati), è stato un momento di una naturale condivisione. Antonello Sannino (presidente del circolo Arcigay Antinoo, e ideatore del progetto) si è improvvisato fotografo, i ragazzi erano bellissimi nella loro felice felicità. Queste che seguono sono le lettere che si sono scambiati.
«Ti conosco dal 2017, ci siamo fidanzati il 2019 e da quando ci siamo fidanzati, ci siamo amati ogni giorno di più, superando tutte le cose che ci sono capitate nella vita. cose belle , cose brutte. Ma io e te insieme siamo una forza, ce l’abbiamo fatta. Ringrazio te, cucciolo mio, posso solo dirti, che anche con i tuoi pregi, i tuoi difetti, ti amo ogni giorno di più della mia vita. TI AMO».
Parole semplici che escono dal cuore, che danno una risposta a tutti i malpensanti, bacchettoni, ignoranti che non capiscono che l’amore è naturalmente universale.
Passiamo alla lettera di G: «Mio amore, sei la persona più importane della mia vita, sei il mio sangue, la mia anima, il tuo respiro mi rende ogni giorno sempre più felice di questo mondo. Grazie a te ho capito tanti valori , ho imparato ad amarti sempre di più, e sempre di più ti amo. Mi sei stato sempre vicino in tutti i momenti, facendomi superare le difficoltà che la vita mi metteva d’avanti. Tu hai reso la mia vita piena di amore di felicità, regalandomi allegria nel cuore. Posso solo ricambiarti con lo stesso amore e affetto che tu mostri per me. Ti amo , vita mia».
Anche queste parole superano le barriere delle persone che guardano – ancora oggi nel 2023- le persone omosessuali, come diversi. Ma da chi, da cosa? La parola ti amo- ripetuta più volte-in questa lettera è un segno che siamo tutti uguali e tutti diversi. E meno male.
Ecco ancora G. «Amore mio, quattro anni , fa ho conosciuto una persona speciale che mi ha fatto perdere la testa. Oggi stiamo realizzando il nostro sogno con un passo importante. Per tutta la vita avrai il sigillo del nostro amore sul dito, e io avrò il tuo. Giuro di starti sempre vicina. Il fatto che quando usciremo da qui saremo solo io e te, e questo mi emoziona troppo. Sono pronta per cambiare vita diventando il solo tuo essere. Godiamoci questo meraviglioso giorno nonostante il contesto, riuscendo comunque a essere felici. Ti amo sei l’uomo della mia vita».
Citiamo per loro una poesia di Nazim Hikmet, “Sei la mia schiavitù sei la mia libertà”.
“Sei la mia schiavitù sei la mia libertà
sei la mia carne che brucia
come la nuda carne delle notti d’estate
sei la mia patria
tu, coi riflessi verdi dei tuoi occhi
tu, alta e vittoriosa
sei la mia nostalgia
di saperti inaccessibile
nel momento stesso
in cui ti afferro.”

A proposito dell’etimologia della parola “Ti amo” pare che derivi dal latino: amor-amoris – affine ad amare. Qualcuno però lo fa risalire al termine a-mors; da “a” (privativo greco) e dal termine latino “mors” (morte), che vuol dire: assenza di morte.”
È una frase estremamente seria, anche se troppo spesso viene usata superficialmente e completamente a sproposito.
A mio modo di vedere indica il desiderio di unirsi a un’altra persona in modo totale, utilizzando tutte le proprie risorse fisiche e mentali, senza compromessi. Tutto ciò se e quando si percepisce che insieme a quella persona si potranno vivere periodi di passione e serenità altrimenti inarrivabili.
E adesso vi racconto la storia di A e G. Sono sei anni che visito i ragazzi del padiglione omosex, tra di noi si è stabilito un rapporto di fiducia, stima. Tanti di loro continuano la loro storia d’amore anche oltre le mura. facendo una vita regolare è di coppia. A e G si sono conosciuti sei anni fa. Poi A è uscito, lavora, si dedica a mestieri più umili, a trovato persone che gli danno lavoro e dignità. Ho visto nascere e crescere il loro amore, quando li guardo, vedo come trasparisce “Ti amo” dai loro occhi. Visitare i ragazzi è sempre un po’ traumatico, le storie sono tante, storie di sofferenza, di solitudine, poi quando invece le storie parlano di amore, allora è tutta un altra cosa.
Il cuore si alleggerisce. Tanti sono i ragazzi, che durante questi anni sono usciti e che si sono conosciuti all’interno delle mura di Poggioreale, molti di loro vivono e continuano la loro storia, sostenendosi, lavorando. Chi è meno fortunato si dedica a lavori più umili. Esistono leggi per un inserimento sociale per i detenuti, le istituzioni carcerarie fanno di tutto, ma una volta usciti diventa difficile.
Un detenuto mi disse: «Sembra che una volta ottenuta la libertà, devo scontare un’altra pena». Si riferiva sicuramente al mondo del lavoro, per molti è difficile reinserirsi.
A, una volta uscito, si è dedicato a lavori più umili, cercando di costruire un futuro aspettando che esca G. A è motivato dal suo grande amore, fa sacrifici, lavora tante ore al giorno, il suo pensiero fisso è vivere la sua vita, per sempre con G. Sta costruendo un suo futuro con la persona che ama più di tutto al mondo.
Ma passiamo a un’altra notizia. Il 9 marzo ci svolgerà un’altra cerimonia all’interno delle mura, si uniranno L. e G. Anche loro mi hanno regalato le loro promesse di unione.
Questa è di L: «Amore, amore INFINITO. Il mio primo amore. Io mica sapevo, che mi avresti reso più coraggioso, mica sapevo che avrei tenuto dentro di me i tuoi occhi per sempre? Il mio primo amore, mica sapevo che il tempo da quel giorno non ci avrebbe più sfiorati… che anche il lunedì sarebbe stato domenica, che sarebbe sempre stato primavera… sempre dentro a tutti i nostri inverni…. Mica sapevo che avresti fatto luce nel buio dei miei fantasmi, anche loro li avresti stretti forte per non farmi mai sentire solo, stravolgendo la mia anima rendendola complice della tua. Ti amo perchè hai il cuore gentile vigile nel nostro amore. Spero di passare tutta la mia vita con te.. Ti amo»..
E pure in questo caso vogliamo regalare una testimonianza poetica alla coppia: “Perché ti amo” dello scrittore tedesco Hermann Hesse.  
“Perché ti amo, di  notte  son venuto da te
così impetuoso e titubante
e tu non me potrai più dimenticare
l’anima tua son venuto a rubare.
Ora lei è mia – del tutto mi appartiene
nel male e nel bene,
dal mio impetuoso e ardito amare
nessun angelo ti potrà salvare.

L’ unione civile all’interno di un posto pieno di sofferenze- dove il proprio essere omosessuale, viene vissuto a volte con sguardi di scherno- è un passo in avanti verso la libertà dei diritti e l’inclusione, specialmente in un periodo in cui sembra esserci una regressione culturale, con politici fanno dichiarazioni estreme contro il mondo LGBTQ. Dobbiamo riconoscere che Poggioreale è molto avanti, molto attento contro atti di discriminazioni. Grazie.
©Riproduzione riservata 

NOTA
1/1986 (art. 79) prevede apposite risorse per favorire l’inserimento lavorativo “mirato” di cittadini svantaggiati, fra i quali i detenuti e gli ex detenuti.  Le ASL e i Comuni hanno il compito di promuovere tutte le iniziative utili a realizzare progetti individualizzati di integrazione lavorativa.
Foto di ELLE RITTER da Pixabay

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